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Dopo aver visto in televisione un documentario sulla Riccione del degrado, che pullulava di edifici abbandonati, opere incompiute, ladri e pirati che risalivano i cantieri. Ideologie, potere, spreco di denaro pubblico, omissioni. Dopo essermi accorto che non era un documentario sull’Italia arruffona degli sprechi, ma un programma di Rai tre che parlava di Riccione.

Dopo aver visto Renata Tosi passo a passo immersa con Concita De Gregorio nella città del degrado, sorridente ma non troppo, con il volto sapientemente sbiadito come l’immagine trasmessa della città.

Dopo averla sentita gorgheggiare il suo trascorso politico della congiura di palazzo, del complotto, delle trame avverse, divenuto imbarazzante e forse anche un po’ ridicolo alla luce delle vicende scoperchiate.

Dopo lo zuccheroso ricordo del fu tempo andato da libro Cuore, fatto di foto di famiglia, intimità, ricordi buttati nel frullatore che suonano tristi come un epitaffio.

Dopo che “pare” non sfiorarle l’idea che lei stessa sia stata un cattivo modello con comportamenti discutibili.

Dopo lo scatto ingrato di una città e dei suoi modelli che hanno fatto scuola e che appaiono quasi dettagli in controluce.

Dopo aver infilato il giubbotto antiproiettile per proteggermi dai pericoli della città, dai postulanti ricattatori, dai politici rapaci.Dopo aver fatto tutto questo, redatto un testamento, ho preso la decisione più  perigliosa della mia vita: ho aperto la porta e sono uscito FUORI a passeggiare con il mio cane, godendomi la mia città.

L’Arciunès

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