“Rimini è una realtà molto vivace, ricca di cultura e di attività, occorre cogliere ogni occasione per valorizzarla e farla crescere”. Ha esordito così Francesco Profumo, Presidente dell’Acri (l’Associazione delle Fondazioni di origine bancaria italiane) e della Compagnia San Paolo, in visita ieri alla sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini.
Già Ministro, Rettore del Politecnico di Torino e Presidente del CNR, Profumo dal 2019 è al vertice del sistema nazionale delle fondazioni bancarie, che conta oggi 86 enti (19 soltanto in Emilia Romagna) con un patrimonio complessivo di 40,2 miliardi di euro ed un volume di erogazioni di quasi 1 miliardo di euro all’anno.
Ad accoglierlo a Palazzo Buonadrata, il Presidente della Fondazione CR Rimini, Mauro Ioli, ed i componenti degli organi collegiali dell’ente, con i quali sono stati passati in rassegna i principali temi e problemi del territorio riminese.
Nel corso della visita, è stata illustrata a Profumo l’attività della Fondazione che proprio nel 2022 compie 30 anni di attività. Un lungo percorso che ha visto l’ente investire sul territorio provinciale oltre 100 milioni di euro, finanziando 3.300 interventi in ambito culturale, formativo e sociale.
Dal canto suo, il Presidente dell’Acri ha sottolineato l’importanza del ruolo di servizio delle Fondazioni, che ha definito “agenti di sviluppo sostenibile”, chiamate ad avviare percorsi progettuali di sviluppo e innovazione, in dialogo e confronto con tutti gli interlocutori pubblici e privati disponibili.
A questo riguardo, il Presidente Ioli ha ricordato il recente Bando varato dalla Fondazione, grazie alla collaborazione con l’Associazione emiliano romagnola delle Fondazioni bancarie, volto ad agevolare l’accesso dei piccoli Comuni della provincia di Rimini a fondi regionali, nazionali ed europei.
La giornata riminese di Francesco Profumo si è conclusa con una visita al Tempio Malatestiano, di cui ha ammirato la straordinaria architettura, opera di Leon Battista Alberti.
Nelle due immagini il Prof. Francesco Profumo e l’Arch. Mauro Ioli