Il Comune di Forlì ha bloccato un progetto contro la discriminazione di genere e orientamento sessuale risultato vincitore di un bando promosso dalla Regione Emilia Romagna. Il progetto prevedeva un corso di formazione rivolto agli operatori dipendenti comunali (fronte office e assistenti sociali) sulle procedure da adottare in situazioni delicate che vedono coinvolte persone bisognose di aiuto in seguito a episodi di violenza, in particolare in seguito a discriminazioni relative all’orientamento sessuale. Il progetto era stato approvato dalla vecchia amministrazione comunale, ma la nuova giunta di centrodestra guidata dal sindaco Gian Luca Zattini ha fatto dietro front.
In coro l’assessore forlivese Andrea Cintorino e il sindaco hanno spiegato che “l’amministrazione difende i valori della famiglia tradizionale”. L’assessore ha aggiunto che «La Giunta ha dato parere negativo a questo particolare progetto – dice – valutandolo nel merito dato che esula completamente dal tema della violenza e della discriminazione contro le donne, e che essendo un parere, nulla esclude che il progetto possa essere attuato”.
Sulla vicenda sono intervenuti il Pd locale e l’associazione “un secco no alle discriminazioni” stigmatizzando l’operato del Comune. “La condotta è discriminatoria, stupisce la motivazione fornita dall’amministrazione che ha spiegato di voler difendere la famiglia tradizionale”.
Essendo il progetto risultato vincitore di un bando regionale che ha destinato anche ad altri progetti contro la violenza sulle donne approvati dall’attuale amministrazione circa 32mila euro sul caso è intervenuta anche l’assessore regionale alle pari opportunità Emma Petitti. “Quella del Comune di Forlì suona come una forma di discriminazione verso un progetto che si pone appunto l’obiettivo di contrastare le discriminazioni. Una decisione grave e quasi paradossale. Come Regione Emilia-Romagna ci siamo sempre impegnati sul fronte della Pari opportunità, sui cui in questi anni abbiamo investito tante risorse economiche permettendo la realizzazione di numerose iniziative e attività volte a superare il muro degli stereotipi attraverso la diffusione e la promozione di una cultura del rispetto, della libertà individuale e della non-discriminazione, ovunque essa si manifesti. Il filo conduttore è quello di favorire una vera e propria parità tra le persone, cercando di costruire una società migliore. Le istituzioni tengono e devono tenere conto della realtà senza dare giudizi sul privato, perché il presupposto è sempre il rispetto per gli altri senza moralismi di sorta. In Emilia-Romagna ognuno è libero di essere sé stesso“.