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Fondazione ISAL: “Addio Sergio, nostro presidente nella lotta contro il dolore”

Un’immensa perdita per il Paese, un’insostituibile presenza per chi ne ha ascoltato il sussurro illuminante nella sera. Il nostro grande concittadino Sergio Zavoli si è spento all’età di novantasei anni. Ha vissuto nella luce limpida della sua fama internazionale di raffinato intellettuale e ricercato poeta, la sua Parola e il suo impegno civile hanno fatto maturare generazioni di donne e uomini del nostro lacerato Paese, non lasciando che il buio ne ottenebrasse le coscienze. Nella sua lunga storia di gloria letteraria e politica non ha reclamato il meritato riposo verso i tanti che gli chiedevano un aiuto per dare forza alle proprie idee e progetti .

«È con immenso dolore e commozione che Saluto il mio illustre e caro e dolce Amico, padre putativo, Sergio. Nel silenzio della Sua profondità ho sognato e mi ha trasferito la sua passione civica e la trasfigurazione poetica verso l’alba della speranza. Un vuoto che non si potrà colmare da oggi impronterà il mio cuore. Ciao caro Sergio leggendo le tue parole e poesie ricorderò con quanta gentilezza mi ha accolto nel tuo cuore e portato a spasso per le tue strade. Un abbraccio, William».

Così scrive il prof. William Raffaeli, Presidente della Fondazione ISAL.

Che racconta: «Conobbi il nostro amato e prestigioso concittadino in occasione di un Convegno che organizzammo sul tema della lotta al dolore inutile dal titolo “Narrare il Dolore” nell’ambito della giornata una Regione contro il Dolore, che ci vide assieme nel 2003 il giorno 13 maggio a Bologna nell’aula del consiglio regionale e il 14 a Rimini nell’aula magna dell’Università. La sua relazione emozionò tutti i convenuti e lascio un profondo segno nelle Istituzioni che né consolidò la volontà di dare corso agli impegni sul tema della rete di cura del dolore».

«La sua sapiente e colta narrazione sul dolore aveva un filo di Arianna che conduceva al cuore ove riservava uno spazio personale di memoria del dolore che da bambino ne aveva colpito la sensibilità; lo ha ricordato nel suo libro “Il Dolore Inutile” ove traccia la memoria del padre sofferente di un dolore lacerante secondario al dramma della guerra e della difficoltà vissute nel reclamarne la cura, allora concentrata sull’uso della morfina. Una cura sempre adombrata dall’umiliazione del doversi scusare per la propria sofferenza che reclamava sollievo».

«In un suo articolo ”Una nuova idea di cittadinanza” pubblicato su “Curae – Le notizie della fondazione ISAL” del 12/05/2010, ci dono questa frase: “Ho scritto sul dolore, specie quello inutile, l’ho visto, l’ho frequentato, ne ho tratto motivi di rabbia e ragioni – sì, proprio ragioni – per riconciliarmi con un’idea di solidarietà e di cittadinanza. La mole di letteratura sul significato teologico e storico del dolore può aiutare a elaborare (o ritrovare) un contesto in cui cercare risposte sul significato del soffrire ma non risolve l’evento immanente che colpisce brutalmente l’individuo. Per permettere che la persona malata possa vivere con dignità il proprio destino senza che il dolore insopportabile annulli i sensi… È necessario che il dolore divenga comunicazione cosicché uscendo dal silenzio possa produrre senso: per fare ciò il dolore deve essere alleviato e dominato».

«Dal 2003 quindi ci accompagnò in un lungo viaggio per dare speranza di cura e ascolto a questa tragedia senza voce per chi vive nel dolore; un viaggio trasformatosi in un’amicizia che come una brezza della sera mi ha allietato il cuore e nel 2007 ci ha donato la gioia di voler divenire il “Presidente Onorario” della Fondazione ISAL, la prima fondazione nazionale dedicata alla ricerca e cura del dolore complesso troppo spesso incurabile».

«La sua guida ci ha indirizzato in questi lunghi anni nelle scelte e grazie a Lui abbiamo organizzato nel 2013 le Conferenze sul Dolore alla Biblioteca del Senato per celebrare la Giornata Mondiale della Fondazione ISAL “Cento Città contro il Dolore” in cui personalità a Lui amiche hanno partecipato e tante donne e uomini rispecchiandosi nella sua passione civica per dare forza e sostegno alla cura del dolore si sono sentite ritemprate nella loro difficile vita di sofferenza».

«A me restano le giornate e le notti passate a meravigliarmi della sua innata coscienza poetica che sapeva squarciare scenari illuminanti sul senso della sofferenza e del dolore non per uno sterile soffermarsi sul discorso attorno al dolore ma per reclamarne con forza un diritto di sollievo e nuovi scenari di ricerca e innovazione di cure.

«Il Presidente Zavoli con il Suo incanto ha illuminato di luce riflessa la Fondazione e ne ha indicato il percorso. Accompagnandoci con saggezza e lucida analisi ha trasformato il nostro agire affinché si perseguisse, quanto aveva con tanto ardore voluto: pacificare nell’umana genia la sofferenza e il dolore Inutile».

«Un abbraccio tenero da tutte le donne e gli uomini della Fondazione ISAL.
Ora caro Presidente e Amico sorveglierai la nostra Fondazione ISAL affinché sappia interpretare i tuoi consigli e dare alle tue sollecitazioni all’agire una visione che sappia onorare la Tua memoria».

«Con affetto profondo e stima,  William Raffaeli Presidente Fondazione ISAL».

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