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E il focolare da sacro diventa illegale

Dopo i no-vax, si profila l’avvento dei pro-cam. Dove «cam» sta per caminetto, simbolo tradizionale dell’intimità domestica, che proprio con i primi freddi diventerà illegale.

Proprio così: il focolare, tabernacolo dei sacri valori della famiglia tradizionale, additato alla pubblica riprovazione come un rasta con un cannone fumante in mano davanti a una scuola elementare. Lo vuole il Piano Aria Integrato Regionale, che, in nome della salute pubblica, dal prossimo primo ottobre proibirà in zona di pianura «camini aperti e stufe a bassa efficienza, alimentati a legna».

Sotto i trecento metri sul livello del mare, insomma, non ci sarà differenza fra le emissioni delle auto e quelle dei romantici caminetti e delle stufe della nonna: sono tutte fonti di inquinamento.

Noi che abbiamo in casa solo prosaici termosifoni e i caminetti in città li abbiamo visti solo in dimore altolocate, un po’ ci godiamo. Quanto l’avremmo voluto anche noi, un caminetto! Dà tono, è uno status symbol, affascina i bambini, rende il Natale più Natale, e vogliamo ricordare i «discorsi del caminetto» di Roosevelt alla radio? Se si fossero chiamati «discorsi del termosifone» sarebbero stati altrettanti popolari?

Anche spaccare la legna, dopo il successo planetario di Norwegian Wood, il manuale del legnaiolo scandinavo di Lars Mitting, è una forma di fitness supertrendy per corpo e mente. Per non parlare delle patate cotte sotto la cenere, e di quel delizioso profumo di legna che nelle umide notti d’inverno si diffonde nelle strade intorno e ti porta indietro nel tempo…

Ignoravamo il rovescio della medaglia, e cioè che il reparto Grandi Ustionati d’inverno pullula di incauti accensori e spettatori di focolari domestici (d’estate prevalgono le vittime dei barbecue); e non avevamo idea di quanto sia brigosa la pulizia e la manutenzione di un caminetto, tanto che chi ce l’ha lo accende due o tre volte l’anno, giusto per impressionare gli amici, e per il resto del tempo lo occulta dietro un paravento e cerca di dimenticarsi di averlo. Ma ora che la Regione gli impedisce ai caminetto-muniti di bruciare per uso personale anche una modica quantità di legna, accendere un ciocco in un salotto sotto i trecento metri di altitudine diventerà una ghiotta trasgressione.

Del resto, se i negozi di cannabis legale sono ormai numerosi come quelli di telefonia, l’unico fumo emozionante è quello che si alza dai caminetti, e chissà se dal primo ottobre i cani antidroga verranno addestrati a fiutare e scoprire le braci clandestine.

Quanto al movimento pro-cam c’è già, capitanato da Forza Italia: «Non si possono imporre dall’oggi al domani simili cambiamenti alle famiglie» tuona una nota degli azzurri locali. Sarà genuina questa difesa del sacro fuoco casalingo? O non sarà che fra i seguaci Silvio Berlusconi l’espressione «non tira più» non è tollerata nemmeno quando riguarda i caminetti?

Lia Celi www.liaceli.it

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