Cerca
Home > Cronaca > Focolai in ospedale Rimini e RSA Verucchio, casi in aumento: “Ce lo aspettavamo”

Focolai in ospedale Rimini e RSA Verucchio, casi in aumento: “Ce lo aspettavamo”

In Romagna i pazienti covid ricoverati sono nuovamente in aumento rispetto alla scorsa settimana ed in totale sono in ospedale 74 pazienti, di cui 5 in terapia intensiva. Tornano ad aumentare anche i decessi che sono stati 9 negli ultimi sette giorni.

Questa settimana si sono verificati piccoli focolai in all’ospedale Infermi di Rimini, nel reparto di Medicina, e in una RSA di Verucchio; entrambi si sno già risolti Ben altro contagio in una RSA a Bagnacavallo nel ravennate che ha causato tre anziane vittime.

Nelle scuole la provincia di Rimini è quella che vede meno classi in quarantena, appena trea confronto delle 23 di Ravenna e le 11 di Forlì-Cesena; due sono negli asili e una alle medie. In totale sono rusultati positivi 34 alunni dai 0 ai 18 anni.

 

 

Intanto il numero di sanitari sospesi perchè non vaccinato ha sfndato quota 200. In Romagna sono esattamente 202 fra medici ospedalieri, personale non medico e quello attivo nelle strutture convenzionate.

 

In continuo aumento il numero dei soggetti vaccinati nei centri vaccinali aziendali (al 25 ottobre 827.569
con prima dose e 732.004 con seconda dose e 21.196 con terza dose a cui vanno aggiunte 69.598 dosi
somministrate dai MMG).

“L’aumento dei casi sarà presto omogeneo ma rispetto al 2020 l’andamento è nettamente migliorata. Ci saranno ancora sforzi da fare ma nei reparti la situazione è sotto controllo”, commenta la direttrice del dipartimento sanità pubblica di Ausl Romagna Raffaella Angelini. “È opportuno più che mai rispettare ancora le regole e convincere le persone a vaccinarsi”, dice.

La sub variante Delta? “Dire che preoccupa è eccessivo, non monitorarla sarebbe tuttavia imprudente”. Intanto “osserviamo una risalita dei casi, un trend che sembra destinato a continuare. È una situazione che ci aspettavamo: dopo le riaperture delle scuole, delle attività in combinazione con una maggiore e normale frequentazione degli spazi chiusi che come sappiamo favoriscono la circolazione del virus. Però non possiamo non parlare del dato positivo: se mettiamo a confronto lo stesso periodo del 2020 con questo periodo attuale notiamo due cose. La prima è che proprio in questi giorni, gli stessi del 2020, il trend ricominciava ad essere in crescita. Ma c’è una differenza abissale: in queste settimane lo scorso anno si contavano centinaia di casi nei grandi Comuni. Quest’anno i numeri sono sensibilmente minori e minori sono anche i ricoveri e le morti. I risultati della campagna vaccinale sono dunque tangibili anche in pieno autunno”.

In effetti nella settimana dal 18 al 24 ottobre AUSL ha registrato 835 positività (3,0%) su un totale di 28.116 tamponi, con un aumento dei nuovi casi in termini assoluti (+213). “Rispetto alle previsioni del Piano aziendale si registra un tasso di occupazione di posti letto da parte di pazienti affetti da COVID, che ci pone nel livello verde 2, ossia un livello di occupazione dei posti letto in malattie infettive maggiore del 70%. In totale sono ricoverati 74 pazienti, di cui 5 in terapia intensiva”, assicura l’Azienda sanitaria.

“Il lieve aumento dei casi registrato in questa settimana – commenta Mattia Altini, Direttore Sanitario Ausl Romagna – ci conferma ancora una volta che il virus continua a circolare, favorito anche dalla ripresa di tutte le attività e soprattutto dalla permanenza maggiore negli ambienti al chiuso, dato dalla stagionalità”.

In continuo aumento il numero dei soggetti vaccinati nei centri vaccinali aziendali (al 25 ottobre 827.569
con prima dose e 732.004 con seconda dose e 21.196 con terza dose a cui vanno aggiunte 69.598 dosi
somministrate dai MMG).”Ma al momento –
sottolinea – ci conferma anche che l’alta percentuale di vaccinati raggiunta sul nostro territorio, rappresenta il più efficace antidoto alle conseguenze più gravi ( ospedalizzazioni- terapie intensive) che l’infezione da Covid potrebbe produrre senza la barriera rappresentata dal vaccino. Da qualche settimana abbiamo iniziato la somministrazione delle terze dosi, partendo dalla popolazione più fragile per età e patologia, poi gli operatori sanitari e da ieri anche gli over 60. E’ fondamentale che anche in questo caso l’adesione alla terza dose sia alta”.

“Un richiamo particolare lo rivolgiamo agli operatori sanitari per l’importante ruolo che svolgono nella cura dei malati. Usiamo questo strumento, unito alle importanti misure di sicurezza che ormai conosciamo per superare questi mesi invernali. Ci rendiamo conto che si tratta di esortazioni continue e ripetute da tempo, ma i dati ci confermano che questa è e rimane l’unica strada da perseguire”, conclude Altini.

Ultimi Articoli

Scroll Up