Per motivi di sicurezza e per non attirare un “turismo subacqueo” in questo momento inopportuno, il luogo esatto del ritrovamento non è stato comunicato. Ma intanto la sorpresa è grande: i sommozzatori della Guardia di Finanza di Rimini hanno trovato davanti al nostro litorale una grande anfora romana, quasi integra. Il reperto è ora studiato dalla Sovrintendeza archeologica, che assieme ai finanzieri della Stazione Aeronavale riminese continuerà le ricerche per verificare se oltre all’anfora rinvenuta ci possa essere altro, magari il relitto della nave che la trasportava.
Ma ecco il comunicato stampa della Guardia di Finanza:
“E’ un‘antica anfora vinaria romana, quasi completamente integra, il prezioso reperto archeologico ritrovato dal nucleo sommozzatori della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Rimini sul fondale delle acque antistanti la parte centromeridionale della costa regionale. Un contenitore di grande dimensioni, circa 123 cm di diametro e 60 di lunghezza, manufatto classico di epoca romana, usato per il vino. La scoperta è stata fatta grazie alla perlustrazione che i militari fanno in modo sistematico, quando non sono impegnati in operazioni più urgenti, proprio con l’obiettivo di individuare e salvaguardare reperti di interesse storico e artistico. La costa romagnola è infatti una zona in cui anticamente c’erano importanti insediamenti e rilevanti traffici marittimi”.
“Gli specialisti sommozzatori della Guardia di Finanza conoscono le caratteristiche morfologiche del fondale dell’Adriatico, prevalentemente poco profondo, piatto e sabbioso, estremamente mutevole in caso di tempeste o forti correnti. Una situazione simile a quella che si è presentata nei giorni scorsi, per questo hanno effettuato un’immersione e malgrado le acque fossero ancora intorbidite dalle correnti e a causa delle intrinseche caratteristiche ambientali, i finanzieri hanno, in breve, individuato un reperto di interesse, evidentemente liberato dalla propria coltre sabbiosa dalle forti correnti sottomarine dei giorni precedenti e già colonizzato da piccoli organismi marini, sulla superficie esterna, e da altra fauna ittica, nell’ampia cavità interna”.
“Portato in superficie e delicatamente liberato dai sedimenti, il reperto è stato sottoposto all’attenzione dei funzionari della Soprintendenza Archeologica alle Belle Arti e al Paesaggio per le Provincie di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, immediatamente informati del ritrovamento e intervenuti sul posto”.
“Posizione e luogo di ritrovamento, che può non essere quello di dispersione in mare, non consentono attualmente di formulare fondate ipotesi riguardo alle circostanze in cui è stato perduto in mare. La Stazione Navale di Rimini, d’intesa e in collaborazione con la Soprintendenza avvierà approfondimenti per verificare se l’anfora sia un pezzo unico o nella stessa zona del ritrovamento possano esserci altri reperti di interesse”.