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Film da vedere: “Indivisibili” di Edoardo De Angelis

Al suo terzo lungometraggio, Edoardo De Angelis sceglie un’allegoria potente del cambiamento, e del dolore dovuto al cambiamento.. Sull’orma del platonismo, cambiare corpo vuol dire cambiare destino: il regista sceglie allora la storia di due gemelle siamesi, in un mondo dai toni barocchi e melodrammatici, per mostrarcelo.

Proprio questo film, forse, sarebbe dovuto essere il nostro naturale candidato all’Oscar, nella categoria del miglior film in lingua non inglese. La commissione istituita presso l’Anica ha optato invece per Fuocoammare, vincitore dell’Orso d’Oro a Berlino. Paolo Sorrentino, che ha fatto parte della commissione, ha però giustamente notato al Messaggero: «Fuocoammare è un bellissimo film, ma avrebbe dovuto essere candidato nella categoria dei documentari, dove avrebbe avuto grandi chance di vittoria, mentre tra i film di finzione avremmo potuto candidare Indivisibili di Edoardo De Angelis, così saremmo andati all’Oscar con due titoli forti. Invece, ora, rischiamo di depotenziare il cinema italiano». Una scelta se non altro rivedibile, che rischia insomma di far tornare l’Italia a mani vuote, quando invece avrebbe potuto avere due buone possibilità.

Indivisibili è il terzo film di Edoardo De Angelis, giovane esponente di quella fucina napoletana da cui sono anni, ormai, che emergono le voci più interessanti del nostro cinema. Il film ruota attorno alle due gemelle siamesi Viola e Daisy, interpretate dalle giovanissime esordienti Marianna e Angela Fontana: il mondo che le circonda, fatto di profittatori e di ignoranti superstiziosi; di una madre alcolizzata (Antonia Truppo) ed un padre-manager (Massimiliano Rossi) che è riuscito a fare di questa situazione un piccolo business; di gente superficiale oppure «triste e cupa», come le canzoni che sono costrette a cantare ai matrimoni e alle comunioni, come fossero un vero e proprio fenomeno da baraccone.

Le indivisibili Viola e Daisy vivono una vita a metà, tra la gloria riservata alle cantanti neomelodiche e il fascino grottesco delle attrazioni da circo. Quasi come un essere mitologico, a due teste, affrontano abbracciate il loro stesso ed unico quotidiano, con due caratteri che, però, non possono che essere diversi. La loro centrifuga giovinezza le spinge a seguire continuamente ogni più piccolo impulso, dovendo però fare i conti con l’altra metà del corpo, per non rischiare di cadere goffamente a terra: bellissima, ed estremamente significativa, è la scena in cui calciano liberamente un pallone sulla spiaggia: scivolano ma si rialzano subito, impacciate e spontanee allo stesso tempo.

La malformazione fisica si scopre allora essere, più che mero impedimento, punto di accesso ad una sensibilità ulteriore – basti pensare all’acume letterario raggiunto, ad esempio, da scrittori con gravi problemi fisici come Dostoevskij e Leopardi.

All’improvviso, però, la loro vita è scossa da una vera e propria epifania: un chirurgo (cameo di Beppe Servillo) si offre di trovare un modo per separarle. Quando questa possibilità diventa reale, tangibile, il loro mondo comincia allora a sgretolarsi: tutta la speculazione economica messa su dal padre rischia di crollare, e le due gemelle devono fare i conti con il conflitto, straziante, tra amore reciproco e profonda voglia di libertà. Qual è allora la vera malattia? Qual è la vera malformazione?

Indivisibili è in programmazione al Mulitplex Le Befane di Rimini

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