Metti in bocca una gioia a scivolare
la lingua ha le scarpe di velluto,
lascia in terra
ogni zolla di sapere;
sai, è la brezza
che dà la primavera
è quello che non posa,
che non è.
Sostantivo, cedi al verbo,
abbandona la tua nave
ai delfini grigioblù
e dalle crepe dell’asfalto
vola un’altra migrazione.
Eppure il sasso ci figura
e il suo bianco permanere.
Filippo Strumia, (Roma, 1962)