Le dimissioni di Matteo Marzotto erano state annunciate ad ottobre, ma dovevano arrivare solo dopo la quotazione in borsa di IEG, la società che ha riunito le fiere di Rimini e Vicenza. Invece il vicepresidente ha deciso di andarsene adesso e polemicamente, con una lettera all’attuale amministratore delegato Ravanelli e ai dipendenti zeppa di recriminazioni.
Il passo arriva a pochi giorni dall’inchiesta del quotidiano La Stampa, precedute dalle dimissioni dall’Organismo di vigilanza della responsabile vicentina Claudia Domizia Perucca Orf; commissione voluta dall’ex direttore Corrado Facco, poi estromesso, mentre dei risultati emersi non si sarebbe tenuto conto. Dimissioni che, soprattutto, arrivano mentre il delicatissimo passo della quotazione in borsa del gruppo è ancora tutto da compiere.
Nella sua lettera, riportata oggi dal Giornale di Vicenza, Marzotto denuncia il mancato «rispetto istituzionale del socio di minoranza, troppo spesso mal tollerato a tenuto in disparte, anche in occasioni di importanti decisioni, come quella dell’assegnazione della progettazione per gli ampliamenti dei quartieri fieristici, portata in Cda dall’ad Ravanelli a cose ampiamente fatte e per mera informativa».
L’ex vicepresidente esprime il suo «dissenso rispetto al licenziamento di Corrado Facco, che ha evidentemente pagato dazio per la sua provenienza e, forse, addirittura per la sua estraneità al contesto riminese di cui gli organi di stampa stanno dando in questi giorni quello che appare un triste resoconto. Il nostro modo di vedere – ha concluso Marzotto riferendosi al presidente di Italian Exhibition Group Lorenzo Cagnoni – è opposto praticamente su tutto, tranne che sulla bontà della fusione delle due società fieristiche e della loro quotazione in Borsa».
In IEG, l’81% è in mano a Rimini, il 19 a Vicenza. Qui più volte si era denunciato lo “strapotere” dei riminesi e le tensioni si erano acuite dopo il rinnovo del cda, prima dell’estate.