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Fiere, critiche a Marzotto anche a Vicenza: “Sapeva fin dall’inizio come andava con Rimini”

“L’esproprio della Fiera di Vicenza inizia nel 2016: Matteo Marzotto lo dimentica nell’intervista al quotidiano locale”: è il titolo di un lungo articolo firmato da Mario Giulianati sulla testata VicenzaPiù.

Giulianati ricostruisce tutte le vicende della fusione fra le Fiere di Rimini e Vicenza, evidenziando tutte le dichiarazioni dei soggetti che vi hanno preso parte nel corso del tempo, a iniziare proprio da Matteo Marzotto. All’ex presidente di Vicenza Fiere e poi vice presidente di IEG, il gruppo nato dalla fusione, si fa notare di aver sempre saputo e approvato come andavano le cose, salvo poi dimettersi proprio alla vigilia della quotazione in borsa della spa, poi non andata a buon fine.

“Sono particolarmente soddisfatto del risultato raggiunto, frutto di un grande lavoro di squadra, che dà il via ad un processo di fusione tra due grandi player di settore, che con questa operazione, cambieranno i paradigmi del sistema fieristico italiano, valorizzando un progetto industriale di grande levatura”, dichiarava Marzotto al momento della fusione, il 15 luglio 2016.

L’articolo ricorda poi il ruolo svolto da un altro vicentino, il prof. Umberto Lago, “che nella prima parte del 2013 concludeva la sua attività in Comune di Vicenza di assessore al Bilancio, alle finanze e alle aziende partecipate (in questo caso leggasi “Fiera di Vicenza”). Si può legittimamente pensare che il socio vicentino della Fiera, il sindaco Achille Variati, che, poi anche presidente della provincia, si ritrova ad essere il socio di assoluta maggioranza, il suo ex assessore e il presidente della Fiera, Marzotto, qualche volta abbiano scambiato quattro chiacchiere”. 

Poi c’è la parte relativa alla Banca Popolare di Vicenza, advisor dell’operazione insieme a Intermonte SIM: “Mi pare che si possa ritenere – scrive Giulianato – che la ex BPVi, che era una grande creditrice della Fiera vicentina, sia stata indicata proprio dai vicentini. Ma a Rimini esistevano, ed esistono, altri vicentini quali riferimenti importanti e interessanti, che avrebbero potuto essere fonti di chiare e trasparenti informazioni sulla realtà fieristica riminese. Basta cercarli, e non mi pare che si faccia troppa fatica a trovarli-visto che già nel 2016 la stampa riminese li citava ma pure quella vicentina, sponda VicenzaPiù (mercoledì 17 Agosto 2016)”.

“Ma veniamo al punto. Sia il vice presidente Matteo Marzotto che l’allora Dg di IEG, Corrado Facco, si pronunciarono come gli autentici costruttori della “fusione tra le due fiere e questo nonostante le non indifferenti perplessità sollevate sia da settori della stampa vicentina ma anche della stampa riminese”. Restava per molti dei vicentini, ad esempio, un autentico disagio per la divisione azionaria tra le due realtà: Rimini 81%, Vicenza 19%. Sicuramente le argomentazioni per giustificare questa soluzione non mancheranno ma, sul piano estetico, questa valutazione stride”.

“Ora è appena apparsa su Il Giornale di Vicenza una intervista, ampia e articolata, da parte del giornalista Marino Smiderle di Matteo Marzotto. Smiderle punta a comprendere quali sentimenti prova Matteo Marzotto di fronte al tentativo di IEG di entrare in Borsa, purtroppo fallito. Le risposte danno l’impressione che ogni responsabilità sia da assegnarsi ai riminesi e in particolare al presidente Lorenzo Cagnoni e all’Ad Ugo Ravanelli e che i rappresentanti vicentini, tutti, nulla sapessero di quanto accadeva, nulla venendo portato a loro conoscenza, almeno dall’aprile scorso”.

“Eppure anche dopo l’uscita forzata del Dg Facco, Matteo Marzotto rimane e accetta di continuare nel suo ruolo di vice presidente. Smiderle va dritto al punto dolente quando chiede “… il 6 aprile viene fatto saltare il Cda da parte dei riminesi per far entrare Ravanelli come amministratore delegato e per far fuori invece il direttore generale Facco. Lei come se lo spiega?”. “Non me lo spiego”, dice Marzotto e poi si chiede perché la redazione del piano industriale allungasse eccessivamente i suoi tempi. Ritorna, correttamente, a far risaltare le qualità professionali di Facco e, meno simpaticamente, contemporaneamente non rinuncia a sottovalutare la professionalità di Ravanelli, che, se non vado errato, era stato in precedenza il Dg di Fiera Rimini, sacrificato in IEG proprio per favorire l’ingresso di Facco. Mi pare che da qualche parte ci sia qualche cosa che stona”.

“Un’ulteriore stonatura mi pare di individuarla quando il sig. Marzotto dice: “Achille Variati è stato coraggioso. Ha capito forze e debolezze della Fiera di Vicenza… e ha sposato il progetto della fusione …. ha supportato il successivo obbiettivo di quotazione. Atteggiamento, a onor del vero, confermato anche dal suo successore Francesco Rucco…”.

“Anzitutto Rucco non ha fatto altro che “subire” quanto fatto, bene o male, da altri e cercare di mitigare il possibile danno. Ma la stonatura sta proprio nella affermazione relativa al fatto che Variati aveva compreso le forze e le debolezze della Fiera di Vicenza ma (forse perché nessuno lo aveva bene informato) pare non avesse capito quelli che potevano essere stati gli autentici obbiettivi della Fiera di Rimini almeno secondo la visone del sig. Marzotto. A procedere di questo passo temo che si giungerebbe a riempire un intero giornale”.

“Mi fermo, allora, a quest’altra dichiarazione del sig. Marzotto: “Dal 6 aprile in avanti non mi hanno più fatto toccare palla. Mi hanno trattato come una contropartita, quasi considerandomi come un nemico. Da allora hanno fatto tutto loro.”. Però rimane in IEG, sapendo di non poter far nulla, ma nemmeno prendendo una posizione chiara e forte, appunto quella delle dimissioni che, strano, vengono date a ridosso dell’entrata in Borsa e quindi dando, forse inconsapevolmente – visto che dice che non sapeva niente – una mano ai “nemici” della dirigenza IEG. Strano miscuglio di atteggiamenti che alla fin fine riduce il tutto a una rappresentazione da dilettanti. Il risultato finale è che con molta probabilità Vicenza ha perso ancora una delle sue, passate, eccellenze”, conclude Giulianato.

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