Alberto Ravaioli, già sindaco di Rimini e presidente provinciale del PD, commenta l‘articolo de La Stampa sulla Fiera di Rimini: “Credo che Ente Fiera debba fare chiarezza, senza facili slogan politici ma chiarendo con numeri e fatti i fatti contestati. Credo di poter anche affermare che Ente Fiera prima e IEG oggi siano stati e siano una grande risorsa per la nostra città e i numeri e i dati economici lo confermano”.
“Rimini grazie a Fiera prima e IEG oggi – prosegue Ravaioli – è conosciuta e ha prestigio in Regione, Italia e vorrei dire nel mondo (vedi le ultime iniziative). Che questo possa dare fastidio lo capisco chiaramente, e che organi di stampa ‘aggrediscano’ la Fiera in un momento delicato appare molto sospetto e pensare a ‘azioni di disturbo’ di concorrenti non pare fantasia. La Fiera comunque deve chiarire come dicevo per gli aspetti di conduzione descritti.”.
Ravaioli risponde anche a Marzio Pecci della Lega sul presunto “accordo politico-commerciale fra Centro-sinistra e Centro-destra”: “Per quanto mi riguarda come Sindaco di Rimini dal 1999 al 2011 personalmente e come Giunta/e non abbiamo mai parlato, esaminato o discusso di questo supposto accordo commerciale citato. Io personalmente ho preso la decisione di coinvolgere anche l’opposizione in modo riconoscibile nel Cda della Fiera, in quanto ho ritenuto che per una impresa così ardua, la Fiera di Rimini, rigide contrapposizioni avrebbero danneggiato la città. Ma per il ‘bene comune’ non per accordi commerciali”.
“Non dobbiamo dimenticare – prosegue l’ex sindaco – che Rimini ha realizzato questo progetto con le sue risorse, senza aiuti statali e con pochi regionali, a differenza di tutte le Fiere italiane che hanno goduto di grandi aiuti e risorse statali e regionali, forse con accordi politico-commerciali di sicuro rilievo, vedi Fiera Milano e regione Lombardia. Che poi ci sia una certa rigidità attorno alla conduzione commerciale della Fiera ho alcune volte notato anche io, ma ho sempre pensato che la politica debba astenersi dall’entrare nella conduzione manageriale quando i progetti proseguono bene, ne spetta al politico giudicare degli stessi quando non emergano rilievi importanti da parte degli organi di controllo e del consiglio comunale”.
“Debbo con altrettanta chiarezza dire – conclude Ravaioli – che nelle numerosissime riunioni (in 12 anni) che ho fatto sull’argomento sia con Dirigenti comunali, politici di giunta o di opposizione, rappresentanti del consiglio comunale, del Cda di Fiera e di suoi consulenti, mai mi sono stati proposti o ho sentito di patti o accordi ‘deleteri’, se non invece e sempre di realizzazioni favorevoli al buon andamento di Fiera. L’unica mediazione che ho deciso, lo ripeto, è la conduzione unitaria e non isolata del centro-sinistra di questa grande impresa della Città di Rimini”.
Sulla vicenda giunge anche l’intervento del senatore Marco Croatti del MoVimento 5 Stelle: “L’inchiesta della Stampa di domenica sul gruppo IEG colpisce duramente il nostro sistema fieristico. In parte conferma accuse che le poche voci in città (tra cui il M5S) non coinvolte nella spartizione politica di poltrone e prebende da tempo denunciano”.
“Questa mattina era legittimo aspettarsi grandi discussioni in città e sui mezzi di informazione. Al contrario di quanto accaduto. Cioè un silenzio assordante. Tentare di sopire notizie scomode in città non rappresenta una grossa novità. Sarebbe stato interessante leggere le doverose reazioni dell’Amministrazione e di IEG. Per comprendere meglio e chiarire alcuni aspetti.A maggior ragione in una fase piuttosto delicata per il futuro del gruppo fieristico”.
“Ci sono risposte che sono dovute ai cittadini riminesi visto che IEG è sotto controllo pubblico. Il quadro disegnato dai giornalisti della Stampa che addirittura in prima pagina titola “a Rimini la Fiera di parentopoli” come può essere accettato e tollerato da chi detiene il controllo pubblico del gruppo? Cosa dice l’amministrazione PD, sempre pronta a fare quadrato intorno al management della Fiera e ad avallare una opacità di gestione giustificata (anche in commissione consiliare a Rimini) dal suo Presidente con la necessità di garantire i soci privati? La risposta – conclude Croatti – dovrebbe essere una sola: tutto questo è inaccettabile”.