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Ferragni & Fedez? La grande Lina sorride da lassù

Nella settimana in cui abbiamo perso l’immensa Lina Wertmüller (cui noi riminesi dovremmo essere molto affezionati, visto che la critica internazionale la considera non solo una grande regista, ma anche una delle migliori allieve di Fellini) sembra quasi sacrilego parlare di TheFerragnez, la serie di Amazon in cui Chiara Ferragni e Fedez raccontano (o fingono di raccontare) se stessi e la loro vita dorata.

Per inciso: si può vivere benissimo anche senza vederla, e merita tutti i mugugni che può ispirare uno show in cui gente giovane, bella, famosa e ricchissima non fa niente per nascondere di essere tutte e quattro le cose, anzi. Si può vivere benissimo anche senza vedere, ma su Netflix, il suo esatto contraltare, Strappare lungo i bordi, la serie animata di Zerocalcare, che apparentemente è sotto tutti i punti di vista l’esatto contrario di TheFerragnez, nonostante Zerocalcare sia giovane, famoso, benestante se non ricchissimo e se vogliamo pure belloccio, anche se per un pubblico di nicchia.

Io le ho guardate entrambe perché sono curiosa, e anche perché mi piace vedere gente giovane, bella, famosa e ricca grazie al proprio talento (artistico e/o imprenditoriale), a una giusta dose di furbizia e anche a un imprescindibile pizzico di culo. In fondo è una salutare parentesi in un’offerta televisiva monopolizzata da virologi e scocomerati no-vax. 

Ma torniamo ai Ferragnez e a Lina Wertmuller, che a prima vista non c’entra nulla con il ménage familiare della fashion-blogger più famosa del mondo e del rapper più famoso d’Italia. O forse, a ben vedere, qualcosa c’entra. Avete presente uno dei capolavori della Wertmuller, Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto? Racconta la storia di una ricca signora milanese che naufraga insieme a un poveraccio che faceva i lavori pesanti sul suo yacht e che lei fino ad allora ha trattato come una pezza da piedi. Costretti alla vita selvaggia su un’isola deserta, i due ribaltano i ruoli: il poveraccio umilia la riccona e lei soggiace al suo fascino proletario. Ma proprio quando l’amore sembra aver cancellato le differenze di classe, lei fugge in elicottero col legittimo marito, lasciando il pezzente alla sua misera vita.

Ora, cosa sarebbe successo se invece la riccona, sinceramente innamorata, avesse deciso di sposarlo e se lo fosse portato a vivere in un sontuoso appartamento nella zona più figa di Milano? Ecco, forse The Ferragnez racconta proprio questo finale alternativo. Certo, Fedez non è un immigrato meridionale veterocomunista, anche se ha messo alla berlina la sinistra chic in Comunisti col Rolex. Ma in Vorrei ma non posto, quando ancora era single, strapazzava proprio la Ferragni come emblema dell’esibizionismo superficiale, e pare sia stata proprio quella canzone a farli conoscere.

Ora che sono la Royal Couple del web, Fedez ci tiene a fare ancora la parte del ragazzo di strada accanto alla levigata fanciulla di buonissima famiglia diventata ancora più ricca grazie al suo fiuto per le mode. Il proletario di Travolti da un insolito destino forse si sarebbe aggirato immusonito come Fedez nella sontuosa villa sul lago affittata da Chiara per una festa di famiglia, gelando i beneducati parenti della moglie con dichiarazioni tipo «devo fare la cacca e voglio posare il culo su qualcosa di comodo», e un giorno lei l’avrebbe trascinato davanti a un terapeuta di coppia perché non ne poteva più dei suoi bronci e dei suoi antipatici sbalzi d’umore.

Una cosa è certa: come sequel ideale del film con Giancarlo Giannini e Mariangela Melato TheFerragnez è molto più wertmulleriano del remake realizzato qualche anno fa da Madonna con Giannini jr. Non so se la grande Lina sarebbe d’accordo, ma di sicuro non si offenderebbe.

Lia Celi

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