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Federconsumatori: il punto su mutui e sovraindebitamento

Lo scorso 16 Marzo, per far fronte all’inflazione, il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di innalzare il tasso dei mutui di 50 punti base, pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, e sui depositi presso la Banca Centrale saranno innalzati al 3,50% e 3,75% con effetto dal 22 Marzo 2023. Per quanto riguarda il PEPP (pandemmic emmergency purchase programme) programma disposto per contrastare l’emergenza Covid, il consiglio direttivo intende nuovamente investire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza fino alla fine del 2024. La Banca Centrale Europea ha anche aumentato i tassi di interesse. Il tasso di deposito è ora al 3%, il livello più alto dal 2008, in aumento del 3,5% rispetto al minimo dell’estate scorsa, mentre si continua ad affrontare il problema dell’inflazione. Dal punto di vista normativo, nella giurisprudenza di merito si è sviluppato un articolato dibattito sulla possibilità di prevedere, nella proposta di piano del consumatore o nell’accordo di composizione della crisi di cui alla L. 3/2012, il rimborso, alla scadenza convenuta delle rate, e alla fine del contratto di mutuo garantito da ipoteca iscritta sul bene immobile del debitore, mantenendo le scadenze originarie delle rate previste dal piano di ammortamento, escludendo di fatto dalle procedure, il creditore ipotecario considerato “estraneo” poiché destinato alla completa soddisfazione del proprio credito.

La legge 3/2012 prima, ed il “Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza” poi, rappresentano la soluzione per le persone che versano in gravi condizioni economiche ovvero in uno stato di sovraindebitamento e non riescono a pagare e a sostenere i debiti che hanno accumulato nel corso del tempo. Anche per questo motivo, nel corso dell’ultimo anno secondo Beatrice Rubini, Direttore della linea Mister Credit di Crif afferma che i flussi di credito erogato alle famiglie sono cresciuti in modo significativo per riportarsi sui livelli non troppo distanti da quelli pre-Covid. In particolare, la dinamica è stata positiva per il credito al consumo e per il comparto dei mutui, mentre i prestiti personali hanno risentito ancora degli effetti della crisi generata dalla pandemia. Dallo studio di Crif emerge che in Emilia-Romagna la platea di consumatori che ricorrono al credito per sostenere i propri consumi e i progetti di spesa è cresciuta al 45,4% del totale dei cittadini maggiorenni.

Per quanto riguarda la distribuzione delle tipologie di contratti di credito, l’incidenza dei mutui all’interno del portafoglio delle famiglie è significativamente più alta rispetto alla media nazionale (20,8%), con un peso pari al 25,4% sul totale dei finanziamenti attivi, dato che colloca la regione al terzo posto della graduatoria nazionale, al secondo posto Valle D’Aosta (29,1%) e al primo Friuli-Venezia Giulia (28,6%). I prestiti personali, invece, rappresentano il 27,6% del totale dei contratti, in linea con la media nazionale (28,4%), mentre i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi occupano il 47,0%, un dato che colloca la regione al quartultimo posto davanti a Liguria (46,7%), Valle D’Aosta (44,9%) e Friuli-Venezia-Giulia (43,2%). 

Articolo realizzato da Yuliana A. Trengia, Consulente Federconsumatori Rimini.

Progetto L.R. 4/2017 annualità 2023.

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