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Ex Questura: “Nessuna scelta avventurosa da parte del Comune di Rimini”

Leggo, con stupore, la nota del curatore fallimentare Andrea Ferri sulla ex nuova questura nella parte, che sarebbe “nata vent’anni or sono, da un’Amministrazione “avventurosa” che aveva deliberato la costruzione di un immobile ad uso pubblico da parte di un soggetto privato, in assenza delle necessarie autorizzazioni del Ministero degli Interni.”

Molto probabilmente il curatore fallimentare è stato informato male. Infatti la a realtà è ben diversa da come viene raccontata.

In primo luogo la storia della Questura è passata al vaglio di avvocati, consulenti, esperti del ministero degli Interni, Tar ecc. E’ stata anche oggetto di una denuncia penale nei confronti dei sindaci di Rimini dal 1999 ad oggi. Denuncia  archiviata dopo una udienza camerale dal Gip Sonia Pasini il 24 gennaio 2017. Le motivazioni del Gip non lasciano spazio a nessuna speculazione sul comportamento del Comune tenuto negli anni. Scrive il Gip concludendo la motivazione di archiviazione: “dunque, nel caso di specie, non paiono riscontrabili censure nell’operato del Comune sotto l’aspetto penalistico.”

Archiviata, anche nella discussione, la parte penale, vediamo anche altri aspetti di carattere amministrativo. Prima occorre chiarire alcuni aspetti fondamentali:

  • Il piano integrato approvato nel 1999 nell’area di proprietà della società DA.MA non è stato mai modificato negli anni successivi. Le dimensioni della questura erano quelle dell’approvazione del 1999 e tali sono rimaste. Altre ipotesi sono prive di fondamento.
  • Il progetto della Questura era stato visionato ed approvato dal Ministero degli Interni.
  • Era stato stipulato un pre contratto di locazione tra Ministero degli Interni e società Da.Ma di oltre 3,3 milioni di euro di affitto all’anno (30/11/2005)
  • Senza la piena fruizione della Questura, il Comune non avrebbe mai concesso i titoli edilizi per costruire la parte privata (residenziale, commerciale e direzionale). Infatti nel 2009 veniva negato il rilascio del permesso di costruire avente ad oggetto la restante parte del PII (determina del 26/2/2009). Diniego confermato anche dal Tar.

 Il comportamento del Comune è stato corretto anche sul piano amministrativo. Il Comune, di fronte allo stallo per l’utilizzo dell’immobile per le richieste da parte di DA.MA di un aumento consistente dell’affitto, ha cercato di percorrere altre soluzioni. In particolare:

  • Il Comune ha chiesto formalmente di rendere efficace ed esecutivo presso il tribunale competente il pre-contratto firmato dalla società DA.MA. Richiesta caduta nel vuoto al Ministero degli Interni.
  • Il Comune si è reso disponibile a prcedere all’esproprio del solo uso dell’edificio rimandando ad altra sede il contenzioso sull’ammontare dell’affitto. Anche in questo caso nessuna disponibilità da parte del Ministero degli Interni.

Appare abbastanza singolare che di fronte a questa attività del Comune di Rimini – e, contemporaneamente, al silenzio e l’inattività del Ministero degli Interni – ora vi sia chi definisce “avventurosa” la scelta del piano integrato da parte del Comune di Rimini.

Preciso che non sono stato l’artefice di quel Piano integrato, approvato dall’amministrazione Chicchi, ma la mia puntualizzazione è per rendere merito al lavoro della giunta Ravaioli e dei suoi uffici per risolvere un problema che la burocrazia romana non ha voluto risolvere.

Maurizio Melucci

 

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