Elisa e Federico, una storia come tante che inizia gonfia d’amore e di progetti e che però col passare del tempo può lacerarsi giorno dopo giorno fino a interrompersi. Il loro cammino insieme si era fermato circa un anno fa. Una fine che Francesco Zini non aveva probabilmente mai accettato e che nella sua mente era diventata un’ossessione, un’ossessione talmente potente da indurlo a uccidere Elisa Amato e a volgere poi la pistola contro se stesso.
Le loro giovani vite, 30 anni lei, 25 lui, si sono interrotte bruscamente all’alba di un sabato mattina di maggio in un parcheggio di San Miniato. Elsa viveva a Galciana, una frazione nel cuore di Prato, nella città laniera si era diplomata al all’istituto Gramsci-Keynes per poi proseguire gli studi universitari a Pisa. La ragazza da circa un anno lavorava a Firenze nel negozio di abbigliamento Dixie. Elisa faceva anche volontariato alla Pubblica Assistenza ‘L’Avvenire’ di Prato.
Federico, originario di San Miniato, da qualche mese era un attaccante del Tuttocuoio, squadra di calcio che milita in serie D. Zini aveva iniziato la sua carriera nelle giovanili dell’Empoli come attaccante. Dopo alcune esperienze in Lega Pro e in serie D, aveva deciso di cercare fortuna all’estero ed era andato a giocare anche in Mongolia, a Malta, nelle Filippine e in Bulgaria, prima di rientrare in Italia, dopo un brutto infortunio.
Aveva giocato anche nel Riccione nella stagione 2012-2013 con 4 presenze.