Più Europa correrà alle elezioni sotto il simbolo di Centro democratico. Emma Bonino e Bruno Tabacci correranno insieme alle politiche del 4 marzo. La decisione è stata ufficializzata in una conferenza stampa a Roma. Riassunto: in base al Rosatellum non essendo rappresentata in Parlamento, la lista promossa dall’ex ministro degli Esteri dovrebbe raccogliere 25mila firme ma sostiene che non c’è abbastanza tempo e di essere discriminata dalla nuova legge elettorale.
Nel frattempo si anima anche il dibattito a livello locale. Dopo l’intervento di Samuele Zerbini che ha aderito a + Europa ora è Manuela Fabbri storica militante dei radicali a Rimini che interviene facendo un ritratto politico ed umano di Emma Bonino
“L’esempio Emma Bonino, ancora all’alba del 2018.
Accrescere l’orgoglio di appartenenza al genere femminile? Non accettare prepotenze umilianti, con autodeterminazione, sorellanza, autostima? Parole chiave forse utili all’Italia e benaugurali per il nuovo scenario della politica. Un esempio per tutte/i… di più in questi giorni è, e resta, Emma Bonino. Combattente nonviolenta, laica e libertaria.
Sebbene nata nell’immediato dopoguerra, fragile solo in apparenza (ha perfino sconfitto il cancro), oramai anzianotta come tante tra noi che a voi giovani donne hanno affidato le conquiste vere del femminismo (molte delle quali state disperdendo, sic), mai è stata spodestata da alcuna nuova leader sui diritti. In tanti anni. Forse perché Emma non ha accettato di soccombere alla politica al maschile, neppure di Marco Pannella, di cui qualcuno l’ha accusata di essere la stampella… chissà?
Da piemontese di carattere ha saputo dimostrarlo a se stessa per prima, poi all’Italia e l’Europa. E infine all’Onu, che grazie alle sue battaglie ha messo al bando le mutilazioni genitali femminili in tanti paesi del mondo, in gran parte africani. Ha reso l’idea, coi fatti, che anche senza un’organizzazione strutturata di partito alle spalle e solamente con l’autofinanziamento della propria politica, se si vuole si può. A cambiare davvero quel corso degli eventi che sembra sempre già scritto, mantenendo la propria sensibilità femminile, affermando un’autorevolezza indipendente e determinata, non “ancellare”… ma neppure corporativa e impiegatizia, poiché le donne non sono una categoria e ciascuna ragiona con la propria testa e i propri ideali.
Certo lei non ha mai avuto bisogno di ubbidire, stare a rimorchio. Preparata politicamente e culturalmente, per merito di studi (Bocconi) e militanza femminista (sempre tra i radicali) che l’hanno formata. Non ignorantella come gran parte dei giovani che ora si affacciano alla politica, ma spendono la maggior parte del proprio tempo libero tra apericena e whatsapp.
Scomodi i radicali, e sinceri. Certo e per fortuna. Così ora succede che tentando un accordo col Partito Democratico che contaminerebbe in positivo con veri meriti e risultati ottenuti a detta di molti da Calenda a Fassino – accada che lei debba pietire interesse… per una legge elettorale “surreale” a quel Pd di Matteo Renzi che solamente qualche anno fa l’ha rifiutata come presidente della Regione Lazio (i radicali avevano svelato il malaffare della giunta Polverini, rapidamente riabilitata).
Così è andato il nostro piccolo mondo, finora. Non è mai troppo tardi per migliorarsi però. E dimostrare un minimo di quella considerazione di sé care giovani donne che insieme a tutte le persone libere, ci permettono di sostenere Emma Bonino. Io spero ancora in accordo con la sinistra e il Pd. Quale garante di crescita e libertà. Ma anche comunque vada.”
Manuela Fabbri (NUOVOUMANESIMO a Rimini, membro direzione Partito Democratico prov. di Rimini)