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“Estate grande aiuto, vaccini decisivi contro ripresa covid in autunno”

Il peggio dell’emergenza sanitaria da covid-19 è alle spalle? “Verso l’estate andrà meglio rispetto all’inverno, ma bisogna vedere come arriveremo a settembre e ottobre. Il virus c’è ancora ed è molto presente ed è facile che possa riprendere nella sua corsa se gran parte della popolazione non è stata vaccinata e mantenere comportamenti consoni. Sarei quindi ancora molto prudente nel considerare finita l’emergenza”. Così il professore Venerino Poletti (nell’immagine in apertura), direttore dell’Unità Operativa di Pneumologia dell’ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì, ospite dell’approfondimento di pubblica utilità su Facebook a cura del parlamentare Marco Di Maio e del professor Claudio Vicini. Al riguardo dei vaccini ha ricordato che “proteggono percentualmente molto di più di quanto gli anti-influenzali proteggono dalle influenze stagionali. Vale per tutti, anche per AstraZeneca”.

Poletti conferma un miglioramento della situazione negli ospedali, in allerta “arancione”: “La pressione è nettamente calata nell’ultima settimana e c’è stata una percezione netta. Metà del reparto di Pneumologia è tornato ad essere dedicato a pazienti non covid, cosa che non succedeva dallo scorso ottobre”. Un segnale che fa ben sperare per il futuro, auspicando in un ulteriore allentamento delle restrizioni. L’Emilia Romagna da due settimane è in “zona gialla”, con riaperture e maggior libertà negli spostamenti: “Era difficile procrastinare le aperture, per cui accettare un rischio ragionevole è un approccio molto pragmatico. L’estate sarà di grande aiuto in quanto il virus ridurrà la propria forza. Speriamo che in autunno gran parte della popolazione sia vaccinata, consentendoci di andare avanti senza problemi”.

La lotta al virus passa dai comportamenti responsabili e dalla campagna vaccinale: “I vaccini proteggono in modo significativo contro le varianti inglese e sudafricana come appurato negli ultimi studi, sia per quanto riguarda i vaccini mRna che Astrazeneca – evidenzia Poletti -. La variante indiana è una combinazione di quella inglese e sudafricana, quindi lo scenario non dovrebbe cambiare. E’ chiaro che è un virus che tende a mutare e quindi serviranno richiami, per incentivare la risposta immunitaria”.

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