Dall’Arch. Andrea Serrau, Capo Delegazione FAI Rimini, riceviamo e pubblichiamo:
In nome e per conto della Delegazione FAI Rimini, quale presidente nonché Capo Delegazione della stessa, sono a scrivere per chiedere immediata rettifica dell’articolo da voi pubblicato in data 20/07/2017 (http://archivio.chiamamicitta.it/sequestrate-ponte-tiberio-arrivo-esposto-fermare-progetto-del-comune/)
“Sequestrate il Ponte di Tiberio”: in arrivo esposto per fermare il progetto del Comune”).
Solo ora sono venuto a conoscenza di codesto articolo e francamente non comprendo il motivo, grave, per il quale l’associazione FAI Rimini sia stata menzionata circa una questione che non la riguarda, tantomeno ricordo di aver autorizzato alcuno dei vostri giornalisti a pubblicare dichiarazioni non veritiere e non condivise ma veppiù, l’articolo incriminato, oltre a non essere firmato, parla di ricorso presentato da due legali (ndr. Varliero e Grassi) con i quali il FAI Rimini non ha mai avuto a che fare né tantomeno è stata firmata alcuna procura alle liti con i quali i suddetti sarebbero stati legalmente autorizzati a procedere formalmente all’esposto presentato.
Alla luce di quanto esposto, sono dunque a richiedere immediata rettifica dell’articolo, diversamente, mi troverò costretto ad adire le vie legali e se opportuno procedere con denuncia nei vostri confronti presso la Procura della Repubblica.
Tanto si doveva, cordialmente
Arch. Andrea Serrau
Capo Delegazione FAI Rimini
Abbiamo provveduto a correggere l’articolo in questione. Non abbiamo mai scritto che il F.A.I. e le altre Associazioni avessero dato incarico a procedere agli avvocati Grassi e Varliero. Avendo il F.A.I. partecipato a precedenti iniziative, come quella del 30 maggio scorso, dove il Progetto Tiberio veniva definito “inaccettabile azione autoritaria di manipolazione del territorio, che si vuole trasformare da bene pubblico inestimabile in risorsa da sfruttare per la politica degli eventi con il rischio di deturparlo e perderlo per sempre”, abbiamo erroneamente dedotto che l’Associazione condividesse anche l’azione legale annunciata il 20 luglio.
Ce ne scusiamo con il F.A.I. ed i lettori.
La Redazione