La situazione dell’acqua sta progressivamente peggiorando in Emilia Romagna. La siccità è iniziata già nell’ottobre 2016 e dopo un inverno avaro sia di piogge che di nevicate, ora l’arsura sta colpendo molto duramente le province occidentali, Piacenza e Parma, dove si registra un deficit del 50% delle precipitazioni, ma è molto grave anche nel reggiano, nel modenese e ormai anche nelle province orientali e in Romagna, con deficit intorno al 30/40%.
Per questo motivo la regione Emilia Romagna ha chiesto al governo lo stato di emergenza nazionale.
E non sono certo bastati i temporali della scorsa notte non sono bastati.
In questo momento, solo il Canale Emiliano Romagnolo conserva disponibilità di acqua ed è in grado di essere “anticiclico”, almeno finché gli sarà possibile il prelievo dal Po; ma nelle ultime ore anche il grande fiume ha registrato comunque un calo rilevante del suo livello: quasi mezzo metro.
Non va infine dimenticato che l’acqua del canale, oltre ad essere fondamentale per l’agricoltura di cinque province, approvvigiona anche tre potabilizzatori in Romagna: quello di Ravenna-Bassette, Ravenna-Standiana e Forlimpopoli-Selbagnone. In cifre, una fornitura che supera i 1300 litri al secondo (110.000 metri cubi di acqua al giorno) per soddisfare le esigenze di consumo di oltre 500 mila abitanti.
I Consorzi di bonifica che trasportano la risorsa a quasi tutti l’agricoltura regionale lanciano l’allarme, richiamando tutti i portatori d’interesse a “fare sistema” mettendo al centro delle loro scelte questa priorità; in caso contrario i prodotti tipici alla base del Made in Italy agroalimentare dell’Emilia Romagna quest’anno potrebbero venire colpiti duramente, provocando perdite enormi.
Anche dalla situazione delle falde, ovunque problematica, i livelli più bassi si osservano nelle province occidentali:
Anche a Cesena c’è forte preoccupazione per tutto il comparto dell’agricoltura ed in particolare per il settore di eccellenze delle pesche.
Ma vi potrebbero essere anche ripercussioni per l’approvvigionamento idrico per l’attività civile? Ed in particolare vi sono rischi razionamento per le zone turistiche?
Lo abbiamo chiesto a Tonino Bernabè, presidente di Romagna Acque, l’azienda pubblica proprietaria di tutte le fonti della Romagna.
«La situazione è molto seria per quanto riguarda l’agricoltura – conferma Bernabè – e soprattutto quella delle province occidentali. L’Emilia Romagna ha concordato con la Liguria un rilascio straordinario da quella regione destinato al piacentino e si sta attivando per rifornire i coltivatori non collegati al canale.Ma per quanta riguarda le forniture civili la situazioni è del tutto sotto controllo. Ridracoli ha riserve sufficienti per traguardare l’estate».
Dunque almeno gli operatori turistici possono stare tranquilli?
«Sì. Abbiamo effettuato l’ultima tracimazione della diga l’8 di marzo e il livello del bacino ci consente di poter garantire le forniture per tutta la stagione estiva».
Il livello delle acque nel bacino di Ridracoli e dell‘invaso del Conca può essere monitorato in tempo reale collegandosi a www.romagnacque.it.