Dopo il trauma di vedere in tv Carlo Calenda stracciare l’accordo appena firmato con il Pd, Jamil Sadegholvaad prende carta e penna e butta gù alcuni pensieri. Alla fine vengono fuori nove punti.
Primo e incontrovertibile: “1. Noi del PD dobbiamo cominciare SUBITO la campagna elettorale, nel senso di proporre temi”.
Secondo e terzo, una botta all’altro e una ai propri: “2. La giornata di domenica 7 agosto dimostra il passaggio dal bipolarismo alla politica bipolare. 3. Calenda il “cattivo” di questa vicenda, ma Calenda pone anche temi programmatici su cui riflettere, a partire dalla domanda di base: il PD cosa vorrà essere da qui in avanti?”.
E quindi, quarto e quinto: “4. Concordo in tutto e per il tutto con Stefano Bonaccini quando dice: Mi auguro che non ci sia nel PD la tentazione di rinchiudersi in una ridotta di sinistra per rifare i DS. Non ci sto a lasciare il riformismo a Calenda’; 5. Sui 5 Stelle non si torna indietro. E non per cattiveria o mancanza di flessibilità elettorale. Penose le parole spese ieri da Conte”.
Avanti a tutto campo fino all’ottavo: “6. Basta dare l’impressione che si sta insieme solo per ‘battere il nemico’. 7. Ho già detto un paio di settimane fa che i candidati devono essere espressione del territorio. E con espressione non intendo solo politica, ma civica, sociale, economica, culturale. Adesso è ancora più necessaria questa linea: che a qualcuno non venga in mente di ‘aprire il paracadute’ dalle nostre parti. 8. Sanità, lavoro, imprese, ambiente, scuola i temi su cui avanzare proposte. Da alimentare con politiche serie e moderne di riorganizzazione della spesa, dell’apparato statale, della lotta all’evasione fiscale. E non annunciando di mettere nuove tasse”.
Ultimo e nono punto: “Noi del PD dobbiamo cominciare SUBITO la campagna elettorale, nel senso di proporre temi”. Che per il sindaco di Rimini era anche il primo, ma se a qualcuno non fosse chiaro repetita iuvnat.