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Eight Days a Week, il mondo dei Beatles a Rimini

Il Rangzen Fan Club, in collaborazione con il Cinema Teatro Tiberio, organizza dal 15 marzo al 2 aprile Eight Days a Week: una serie di eventi legati alla musica e alla cultura dei Beatles, in occasione del 50° anniversario di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band e Magical Mystery Tour.

Data l’occasione, abbiamo intervistato per voi Claudio Cardelli, front man dei Rangzen.

Claudio, l’ultima volta che ci siamo sentiti abbiamo parlato di come il testo di Imagine fosse, paradossalmente, più utopico oggi rispetto a quando venne scritto – anni in cui pace laicismo e uguaglianza sembravano a portata di mano. Nel frattempo alla Casa Bianca si è però insediato Donald Trump. Cos’è cambiato in questi pochi mesi? Adesso quel mondo è ancora più lontano?

«Non dovevamo parlare dei Beatles? (ride, ndr). Certo, “we can change the world” era una bellissima utopia… un refrain che noi abbiamo cantato molto in quegli anni; ma purtroppo oggi c’è la droga dei social network che dà l’illusione a tutti di agire, di parlare, di far sentire la propria opinione… ma in realtà tutti scrivono, tutti leggono, tutti cliccano, ma nessuno agisce, nessuno scende in piazza: questa è una cosa molto seria secondo me. Trump non è la causa, ma una manifestazione di questo problema. Evidentemente le politiche precedenti hanno fallito, altrimenti non si spiegherebbe come la gente comune, gli operai, votino per la destra in Francia o per un miliardario negli USA: quelli che hanno amministrato finora, la cosiddetta sinistra progressista, si è persa per strada… ma passiamo ai Beatles, che è meglio!»

A proposito degli USA, come ti è sembrato il film di Ron Howard (che sarà proiettato il 27 marzo al Cinema Tiberio)? Il regista si concentra molto sul fenomeno della cosiddetta british invasion in America…

«In gran parte sono immagini che noi beatlesiani sfegatati avevamo già visto… per chi non sa molto dei Beatles, però, è un grande approccio alla loro musica e alla loro cultura. Il film è fatto molto bene; montato in maniera eccezionale; l’ultimo concerto allo Shea Stadium è notevolmente migliorato nell’audio… nell’insieme è un gran bel documentario. Fatto nel 2017, con tutte le innovazioni tecnologiche possibili. Conquistare l’America, per i Beatles, significava conquistare le radici della propria musica, tutto quello cui si erano ispirati da ragazzi. È stato il salto planetario, la consacrazione a quella mitologia a cui ancora oggi appartengono, insuperati. I grandi cantanti americani, Elvis stesso, furono innervositi da quell’accoglienza incredibile riservata loro. Molto bello è ad esempio l’episodio dell’America bacchettona: la gaffe di John su Gesù Cristo, i dischi bruciati… una fenomenologia tipicamente americana ancora oggi: grande libertà e pena di morte… come adesso che devono velocizzare le pene capitali perché scade il farmaco. Cose che ci fanno rabbrividire solo a pensarle…»

Parliamo ora del vostro concerto del 1° aprile: perché avete optato per due album come Magical Mystery Tour e Yellow Submarine?

«Nella nostra carriera abbiamo periodicamente suonato quasi tutti i pezzi dei Beatles. Questi sono gli album più cerebrali, ricercati, onirici: ci sono brani come It’s All Too Much, Only a Northern Song, Blue Jay Way… poi ci sono anche i grandi classici come All You Need Is Love… nell’insieme sono i brani più difficili da suonare. La cosa che vorrei sottolineare è che noi impieghiamo molto tempo a provare delle canzoni difficili che poi forse suoneremo una sola volta, e basta: perché sono improponibili in un club o in una piazza. Devo dire che suonarle è però un piacere immenso, anche durante le prove è un vero e proprio godimento fisico che ripaga tutti i sacrifici.»

A Rimini arriverà per l’occasione Freda Kelly, storica segretaria dei Beatles. Come l’avete contattata?

«Noi siamo andati nel 2014 al Beatles Day di Brescia, dove siamo ormai di casa da molti anni. In quell’occasione suonammo tutto l’album A Hard Day’s Night. Era presente anche Freda Kelly, e devo dire che rimase molto impressionata dal nostro concerto. Ci fece molti complimenti. In questi anni siamo rimasti in contatto. Quest’anno abbiamo osato invitarla a Rimini, e lei ha accettato con grande entusiasmo. Così aggiungiamo un altro personaggio del mondo Beatles che abbiamo incontrato in questi 20 anni, e che poi abbiamo portato a Rimini. Diciamo che, per quello che ci è stato possibile, abbiamo cercato di portare a Rimini il mondo Beatles, anche se sarebbe stato meglio portare proprio un Beatles! (ride, nrd).»

Il concerto dei Rangzen prevede un unico ingresso al prezzo di 15€. È possibile acquistare il biglietto in prevendita alla Gelateria Pont de Dievli, in Viale Tiberio 85/A dalle 8 alle 20; o alla Common Space Rimini, in Piazzetta Agabiti dalle 17 alle 20.

Oltre al concerto del 1° aprile si sta valutando l’opportunità di farne un secondo il 2, qualora pervenissero numerose richieste.

Edoardo Bassetti

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