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Economia e imprese, la Romagna che resiste in un Paese in difficoltà

Lo scenario generale di fine 2018 è contrassegnato da un’economia globale più debole rispetto alle aspettative espresse ad inizio anno dagli organismi di previsione internazionali.

L’Unione monetaria europea (UEM) sta rallentando più delle attese e, per la prima volta dal 2015, nel terzo trimestre la Germania ha registrato una contrazione del PIL.

In questo contesto l’Italia attraversa una fase di incertezza e le stime sul PIL italiano delineano un quadro nel quale la ripresa ha perso slancio.

Secondo i dati dell’Osservatorio economico camerale, elaborati dall’Ufficio Statistica e Studi, il sistema produttivo di riferimento della Camera della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini, nonostante la complessità dello scenario e il moltiplicarsi delle aree di incertezza, nel 2018, pur con aree di criticità, ha confermato per alcuni dei principali settori risultati ancora positivi. Previsto però per il 2019 un rallentamento.

Premesso che la lunga e difficile crisi degli ultimi anni nel nostro Sistema Paese ha determinato una polarizzazione delle performance tra imprese e tra settori, fra gli elementi positivi rilevati vi sono l’aumento delle società di capitale, delle start up innovative e delle esportazioni oltre alla conferma di un buon posizionamento a livello nazionale in termini di valore aggiunto pro capite. Tra gli aspetti maggiormente critici vanno evidenziate, invece, la dinamica del credito alle imprese e l’incidenza delle sofferenze bancarie. Anche il mercato del lavoro pur posizionandosi su livelli decisamente migliori della media nazionale, risente di alcuni gap rispetto alla media regionale sia in termini strutturali sia congiunturali.

In sintesi, complessivamente per il territorio Romagna, le previsioni Prometeia per l’anno in corso, elaborate ad ottobre, attestano una crescita del valore aggiunto pari all’1,3% in ridimensionamento al 1,2% nel 2019.

 “In uno scenario nel quale i principali centri di previsione rilevano un peggioramento del contesto economico – ha dichiarato il Presidente della Camera di commercio, Fabrizio Moretti – il nostro tessuto produttivo è fortemente impegnato a lavorare per la crescita.

Dalla sua costituzione, la Camera di commercio della Romagna ha supportato e affiancato questo sforzo svolgendo per il proprio territorio di riferimento un ruolo di vero e proprio driver per lo sviluppo mettendo in campo azioni mirate e risorse (nel triennio 2017-2019 sono finanziate iniziative per circa 9 milioni di euro). Le parole chiave di queste strategie finalizzate a promuovere una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva sono ben individuate nel programma pluriennale che il Consiglio camerale ha adottato per il mandato 2016-2021 e vanno dalle infrastrutture all’innovazione e alla digitalizzazione; dall’attrattività territoriale allo sviluppo sostenibile. Comprendono i servizi per sostenere la nascita e la competitività delle imprese, anche attraverso la creazione di startup, e per favorire il percorso scuola-lavoro; servizi per favorire l’internazionalizzazione, la finanza d’impresa e l’accesso a fonti di finanziamento, nonché la trasparenza e la regolazione e tutela del mercato.”

I dati aggiornati del territorio “Romagna – Forlì-Cesena e Rimini”

La circoscrizione territoriale della Camera di commercio della Romagna (nata dall’accorpamento delle Camere di Forlì-Cesena e di Rimini), al 31/12/2017 ha una superficie di oltre 3.240 kmq, 55 Comuni e 731 mila abitanti (di cui il 10,8% stranieri). Nel 2017 la stima del valore aggiunto (dati Istituto Tagliacarne) del territorio Romagna è stata pari a 20,2 miliardi di euro, mentre il valore aggiunto pro capite è di 27.648 euro.

Al 30 settembre 2018 sono presenti 88.845 localizzazioni attive (sedi e unità locali) di cui 71.545 sedi di impresa attive; l’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 98 imprese attive ogni mille abitanti (91 in Emilia-Romagna, 85 in Italia). Al 31 ottobre 2018 i principali settori di attività economica del territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) sono quelli dei Servizi (25,8% del totale delle imprese attive), il Commercio (23,9%), le Costruzioni (14,6%), Agricoltura e pesca (12,7%), il Turismo (10,5%) e la Manifattura (8,7%).

I numeri delineano una realtà imprenditoriale articolata e intraprendente, caratterizzata da importanti specializzazioni e filiere: un mix produttivo composito nel quale alla rilevanza di un solido posizionamento nel settore primario (agricoltura e pesca) e secondario (manifattura) si affianca il ruolo di rilievo del terziario tradizionale (commercio, turismo) e di quello sempre più promettente del terziario avanzato e dei “grandi servizi” (cultura, università, sanità).

Le previsioni di crescita del valore aggiunto (Prometeia, ottobre 2018) per il 2018 e il 2019 sono pari, rispettivamente, a +1,3% e +1,2%, lievemente inferiori ai dati regionali (2018: +1,5%; 2019: +1,3%) ma superiori ai dati nazionali (+1,0% sia per il 2018 che per il 2019).

 

Focus : i dati aggiornati sull’economia della provincia di Rimini

I dati di preconsuntivo 2018 confermano, nel complesso, un andamento ancora in terreno positivo dei settori produttivi importanti dell’economia provinciale. Stabili le imprese attive, in crescita la performance del comparto manifatturiero, lieve ripresa del volume d’affari del settore edile (dopo però anni di forte crisi), deciso incremento dell’export, riduzione delle ore di Cassa integrazione e buon andamento dei flussi turistici. Tra le note negative vanno sottolineate le difficoltà del commercio al dettaglio (soprattutto negli esercizi della piccola e media distribuzione), il livello ancora alto della disoccupazione e l’elevata incidenza delle sofferenze bancarie. In crescita, invece, i prestiti alle imprese.

Le prospettive per il 2018 e 2019, secondo gli scenari di previsione predisposti da Prometeia (aggiornati ad ottobre), stimano una crescita del valore aggiunto provinciale pari all’1,3% per il 2018 e all’1,2% per il 2019.

Da rilevare inoltre diffusi problemi di redditività in tutti i comparti e polarizzazione delle performance tra le imprese e tra i settori.

 

I dati in dettaglio

Il tessuto imprenditoriale provinciale, al 31 ottobre 2018, è costituito da 34.406 imprese attive (sedi), stabili rispetto al medesimo periodo del 2017 (+0,1%); l’imprenditorialità è molto diffusa: 102 imprese attive ogni mille abitanti (91 in Emilia-Romagna, 85 in Italia). Tra i principali settori, si segnalano in aumento le Attività immobiliari, le Attività professionali e tecniche e, soprattutto, i Servizi alle imprese; in diminuzione, invece, risultano: Commercio, Costruzioni, Manifatturiero e Agricoltura. Stabili i Servizi di alloggio e ristorazione.

Più della metà (il 53,1% del totale delle imprese attive) sono imprese individuali, mentre le società di capitali, pari al 19,7% del totale, rappresentano una quota progressivamente crescente. Riguardo alla dimensione d’impresa, il 92,5% del sistema imprenditoriale provinciale è costituito da imprese con meno di 10 addetti (micro-imprese).

Le start up innovative al 03/12/2018 sono 109, in crescita rispetto a dicembre 2017 (+7,9%).

In flessione il numero delle imprese artigiane (9.668 unità al 30/09/2018; -0,6% rispetto allo stesso periodo del 2017), così come decresce, in misura più netta, il numero delle imprese cooperative (298 unità al 31/10/2018; -3,6% annuo).

Riguardo ai principali settori, al 31 ottobre 2018 si contano 2.511 imprese agricole attive, in diminuzione dello 0,9% rispetto al medesimo periodo del 2017. In flessione anche le imprese del comparto Pesca e acquacoltura (-2,8%). Nel periodo gennaio-settembre 2018, nel mercato ittico di Rimini, si rileva una flessione delle quantità commercializzate
(-3,6% sul medesimo periodo del 2017) e un incremento del prezzo medio (+5,9%). Il valore del pescato commercializzato nei primi 9 mesi dell’anno è pari a 7 milioni di euro (+2,1% rispetto al medesimo periodo del 2017).

I dati relativi all’indagine congiunturale Unioncamere Emilia-Romagna, al 3° trimestre 2018, mostrano performance rilevanti per tutti gli indicatori dell’industria manifatturiera (produzione +6,8% rispetto al medesimo trimestre del 2017, fatturato +8,7%, ordinativi +1,0%), con aspettative per il quarto trimestre orientate principalmente alla stabilità. Dal punto di vista strutturale, al 31/10/2018, si rileva una lieve diminuzione tendenziale (-0,4%) della consistenza delle imprese manifatturiere attive, che si attestano sulle 2.588 unità.

Per il settore delle costruzioni, continua la flessione nel numero delle imprese attive: al 31/10/2018 sono 4.876 (-0,5% rispetto al 31/10/2017). In aumento, invece, il volume d’affari del settore: +0,7% nel 3° trimestre del 2018, rispetto ad analogo periodo del 2017, con aspettative di stabilità per il quarto trimestre (fonte: indagine congiunturale di Unioncamere Emilia-Romagna).

Riguardo al commercio al dettaglio, le vendite nel 3° trimestre 2018, rispetto al medesimo periodo del 2017, continuano ad essere in diminuzione (-1,9%); le performance sono differenti per i vari comparti (alimentare: -3,4%, non alimentare: -1,8%, supermercati/iper: +0,9%) e per dimensione (piccola distribuzione: -3,2%, media distribuzione: -1,3%, grande distribuzione: +1,4%). In termini di numerosità, poi, risultano in calo le imprese attive del commercio al dettaglio (5.074 aziende al 31/10/18, -1,5%). Diminuisce, inoltre, anche la consistenza delle imprese nel settore del commercio nel suo complesso (all’ingrosso, al dettaglio e riparazioni autoveicoli) che, al 31/10/2018, risultano essere 8.879 (-0,9% rispetto al 31/10/17).

Decisamente positiva la variazione dell’export provinciale nei primi nove mesi del 2018: +8,0% rispetto ad analogo periodo 2017, superiore alla media sia regionale (+5,2%) che nazionale (+3,1%). La dinamica dell’export è stata determinata dal positivo andamento delle principali classi merceologiche: tessile-abbigliamento-calzature (+0,8%, pari al 30,0% dell’export provinciale), macchinari (+11,8%), prodotti alimentari (+10,8%), prodotti in metallo (+31,8%) e apparecchi elettrici (+3,7%); in lieve calo, invece, navi e imbarcazioni
(-0,4%). Le esportazioni verso i Paesi della UE (che incidono per il 54,4% del totale delle esportazioni provinciali totali) crescono del 12,2%, grazie soprattutto al contributo di Francia (+11,3%), Germania (+10,2%) e Regno Unito (+31,8%); buone anche le performance dell’America Settentrionale (+8,9%), grazie soprattutto agli Stati Uniti (+7,5%, principale Paese di destinazione dell’export provinciale N.d.R.) e dei Paesi dell’Asia Orientale (+1,3%), mentre si riducono i flussi verso i Paesi Europei non UE (-2,8%) e il Medio Oriente (-0,5%). Le importazioni provinciali, nel complesso, registrano un incremento del 13,0%.

Le imprese attive che erogano servizi di alloggio e ristorazione (4.732 unità al 31/10/2018) risultano stabili rispetto ai dodici mesi precedenti. Nel periodo gennaio-ottobre 2018, il movimento turistico presenta dati positivi: aumentano, infatti, sia gli arrivi totali (+2,7% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno) sia le presenze complessive (+1,2%); la dinamica dei turisti italiani (+2,9% di arrivi e +1,4% di presenze) risulta migliore rispetto a quella dei turisti stranieri (+2,1% di arrivi e +0,8% di presenze). Nel dettaglio, crescono le presenze nelle strutture alberghiere (+1,4%) mentre calano quelle nelle strutture complementari (-0,5%). In calo, invece, il volume d’affari registrato dal settore nel 3° trimestre dell’anno (-1,1% rispetto al medesimo trimestre del 2017) (fonte: indagine congiunturale di Unioncamere Emilia-Romagna).

Comparto dei trasporti: le imprese attive nel settore “trasporti di merci su strada” sono in calo annuo del 2,6% (633 unità al 31/10/18), analogamente alla dinamica del settore nel suo complesso (1.001 unità, -2,9%). Positivi, invece, i dati sul movimento passeggeri all’aeroporto F. Fellini: +1,6% di arrivi e +2,0% di partenze nel periodo gennaio-ottobre 2018, rispetto al medesimo intervallo del 2017.

Le elaborazioni di Unioncamere Emilia-Romagna, su dati ISTAT, delle Forze di lavoro relative al 2° trimestre 2018 rilevano per la provincia di Rimini:

– un tasso di attività (73,3%) sostanzialmente in linea col dato regionale (73,8%) e superiore alla media nazionale (65,7%);

– un tasso di occupazione 15-64 anni (66,6%) inferiore al dato regionale (69,0%) e migliore del dato nazionale (58,3%);

– un tasso di disoccupazione 15 anni e più (8,9%) superiore al dato regionale (6,4%) e migliore di quello nazionale (11,0%);

– un tasso di disoccupazione giovanile 15-24 anni (27,3%) maggiore rispetto al dato regionale (20,6%) ma più basso del dato nazionale (33,2%).

I dati “destagionalizzati” SILER, elaborati dall’Agenzia Regionale per il lavoro dell’Emilia-Romagna, riportano, per il 3° trimestre 2018, una diminuzione delle attivazioni di lavoro dipendente rispetto al trimestre precedente (-1,7%), accompagnata da un aumento delle cessazioni (+1,7%); il saldo occupazionale (differenza tra numero dei rapporti attivati e cessati), per il trimestre in esame, risulta essere negativo (-612 posizioni lavorative).

Relativamente al ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni, nel periodo gennaio-ottobre 2018, risultano autorizzate n. 876.885 ore totali, con una decisa flessione, rispetto ad analogo periodo 2017 (-65,3%); in forte calo la CIG Straordinaria (-79,3%) e quella nei principali settori (manifatturiero: -70,2%, costruzioni: -28,6%, commercio: -42,1%).

Riguardo all’andamento del credito, a settembre 2018 i prestiti bancari alle imprese risultano in crescita (+1,5% rispetto al medesimo periodo del 2017): aumentano i prestiti verso le imprese medio-grandi (+3,8%) ma calano quelli verso le piccole aziende (-3,8%). Riguardo ai macrosettori, aumentano i prestiti verso le imprese manifatturiere (+9,1%) e i servizi (+0,7%) mentre si riducono quelli verso il settore delle costruzioni (-1,7%). In crescita anche i prestiti alle famiglie (+2,3%). Le sofferenze sui prestiti totali, al secondo trimestre 2018, sono state pari al 10,87% (Emilia-Romagna: 8,38%, Italia: 6,48%). Ancora alto il ritmo di crescita delle nuove sofferenze rilevato in provincia nel terzo trimestre 2018 (+3,1%), superiore a quello regionale (+1,7%) (fonte: Banca d’Italia – Ufficio Ricerca Economica di Bologna).

Gli scenari di previsione predisposti da Prometeia e aggiornati ad ottobre, infine, stimano, per la provincia di Rimini, un aumento del valore aggiunto dell’1,3% per il 2018 (Emilia-Romagna +1,5%; Italia +1,0%) e dell’1,2% per il 2019 (Emilia-Romagna +1,3%; Italia +1,0%).

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