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E’ morto Paolo Graziosi, l’attore di Rimini amato dai grandi registi

E’ morto Paolo Graziosi, attore riminese di cinema, teatro e televisione. Aveva appena compiuto 82 anni lo scorso 25 gennaio. Dopo una lunga lotta vveva superato anche il cancro, ma di recente era stato colpito dal covid  e le complicazioni non gli hanno dato scampo.

La notizia è stata data dalla famiglia che ha comunicato il decesso avvenuto questa mattina all’ospedale San Bortolo di Vicenza: “I famigliari vogliono omaggiare l’artista insieme a tutte le persone che lo hanno conosciuto e amato” hanno scritto. L’interprete ha combattuto e vinto una lunga battaglia contro il cancro ma è stato infine sconfitto dal Covid. Lascia la moglie Elisabetta Arosio, la figlia Viola, noto attrice teatrale, e il figlio Davide.

Graziosi nella sua lunga carriera ha lavorato con grandi registi, a iniziare da Franco Zeffirelli che lo notò nel 1963 e lo volle per il ruolo di Mercuzio nel suo “Romeo e Giulietta” a teatro. Aveva già esordito al cinema l’anno prima ne “Gli arcangeli” diretto da Enzo Battaglia. Sempre nel 1962 Marco Bellocchio lo volle per “Ginepro fatto uomo”.

Nel cimema continuò a essere chiamato da grandi registi: di nuovo Bellocchio per “La Cina è vicina” (1967), per “Galileo” da Liliana Cavani (1968), per “Cuore di mamma” da Salvatore Samperi (1969), per “D’amore si muore”,  da Giuseppe Patroni Griffi (1972), per “Cadaveri eccellenti” da Francesco Rosi (1976).

Paolo Graziosi ne “La Cina è vicina” di Marco Bellocchio

Poi ancora tanto teatro, fino al ritorno sul grande scghermo con “Buon Natale… buon anno” di Luigi Comencini (1989), “La condanna” di Marco Bellocchio (1991), “Una storia semplice” di Emidio Greco (1991), “Pasolini, un delitto italiano” di Marco Tullio Giordana (1995), “Il divo” di Paolo Sorrentino (2008), “Il papà di Giovanna” di Pupi Avati (2008), “La passione” di Carlo Mazzacurati (2010), “Il giovane favoloso” di Mario Martone (2014), “Gli ultimi saranno ultimi”, Massimiliano Bruno (2015), “Veloce come il vento”, regia di Matteo Rovere (2016), “Lasciati andare” di Francesco Amato (2017), “Pinocchio” di Matteo Garrone (2019), “Il cattivo poeta” di Gianluca Jodice (2020). In televisione ha lavorato con Vittorio Cottafavi, Dante Guardamagna, nella serie “Distretto di Polizia”.

Negli ultimi anni, nonostante una durissima battaglia, vinta alla fine, contro il cancro, non aveva mai rinunciato a lavorare: basti citare la sua memorabile “Lezione” di Ionesco e l’Oscar del teatro nel 2005 per “Sei personaggi in cerca d’autore”; i ruoli in fiction di successo come “Il commissario Montalbano” e “Chiara Lubich” dello scorso anno; la chiamata di Nanni Moretti (“Tre piani”) e Pupi Avati (l’ancora inedito “Dante”) per il grande schermo.

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