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E con la Controriforma la Romagna diventa periferia

Angelo Turchini: “La Romagna nel Cinquecento 3. Ambiente, uomini, colture del territorio” – Il Ponte Vecchio.

Angelo Turchini con questo è arrivato al terzo volume, 860 pagine, della sua monumentale storia “La Romagna nel Cinquecento”. Il primo volume di 450 pagine era dedicato alle “Istituzioni, comunità, mentalità” (2003), il secondo di 650 pagine alla “Romagna illustrata” (2003). E ne sono annunciati perlomeno un altro paio per i prossimi anni.
Una ricerca, quella di Turchini, partita nella seconda metà degli anni ’70 del secolo scorso, legata inizialmente ad un approfondimento sulle vicende della Chiesa in Romagna negli anni della Controriforma dopo la pubblicazione delle 95 tesi di Lutero nel 1517. La Chiesa cattolica riformò le proprie istituzioni dopo il Concilio di Trento (fra il 1545 e il 1563) per reagire alla diffusione della riforma protestante in Europa. Un’Europa che stava modificando anche i propri assetti istituzionali con la nascita dei grandi stati moderni.

Non esistono molti studi su questo periodo, la prima età moderna, dedicati alla Romagna. Ce ne sono tanti sul periodo medievale, per saltare poi alle vicende dello Stato Pontificio e al periodo risorgimentale.

La Romagna nel ‘500 (ma lo sarà anche nei secoli successivi) è una realtà periferica, fuori dai centri di ricerca come poteva essere Bologna; divisa da forti campanilismi e dunque con una storiografia tutta volta al “particolare”, al locale; priva di un archivio unitario del territorio; alla fine una storia senza un filo comune fra i grandi centri presenti nel territorio (Imola, Ravenna, Forlì, Cesena, Rimini). Ecco, Turchini prova a ricostruire, questo filo comune esaminando migliaia di documenti conservati negli archivi: sotto la lente finiscono le vicende di istituzioni, famiglie, territori, corporazioni. Scrive Turchini nella Premessa: “A partire da un mutamento storico, di mentalità e di obiettivi, prendono vita riforme istituzionali – come la riduzione delle famiglie che hanno in appannaggio le cariche municipali o la fine delle fazioni- che prima regolavano le comunità e determinavano la coscienza che avevano di loro stesse; tutto ciò all’inizio dell’età moderna, si avvia a una trasformazione”.

Questo terzo volume, dedicato ad ambiente, uomini, colture del territorio, è un’opera ricca di stimoli per la vasta offerta di dati e materiali utili alla migliore conoscenza intorno agli di usi e costumi del nostri territori e alla storia nel contesto regionale.

L’opera è suddivisa in tre sezioni: Ambiente e territorio, Uomini, Colture del territorio. Nella prima si assumono come oggetto di studio le descrizioni della Romagna e dei suoi territori, variamente osservati, comprese le terra disegnate e rappresentate, senza dimenticare bonifiche, insediamenti e strutture urbane; nella seconda si presta attenzione a dinamiche, contesti e rilevazioni della popolazione fra Stato e Chiesa con particolare attenzione ai due casi di Forlì e Ravenna, nonché a società e famiglia a Rimini; nella terza si considerano colture, paesaggio e cultura del territorio, acque e mulini, delizie del cielo e del mare, dalla produzione di vini al sale, non trascurando la ricerca sulla terra e sotto terra, dal guado alla seta, allo zolfo. Segue un’appendice relativa alle città e ad alcune descrizioni particolari, e soprattutto alla popolazione romagnola, con dati generali e dati particolari riferiti alle città e ai territori di Imola, Ravenna, Cervia, Faenza, Forlì, Bertinoro, Cesena, Sarsina e Rimini.

“Prendere coscienza della costruzione del territorio è importante per la complessità su macro e microscala, pensando che la sua storia naturale (con lo spazio diverso dal paesaggio) è la sommatoria di quanto si è sedimentato nel tempo, con sfumature da riconoscere; come chiave di lettura di dinamiche realtà storiche, degli uomini nel tempo e nello spazio, occorre porre al centro il richiamo alla società con le modificazioni materiali, economiche, sociali, religiose, politiche e culturali pure importanti, con gli elementi antropici connessi con quelli economici di sfruttamento del territorio”.

E’ un libro dalla lettura complessa, certamente non semplice, fatto di rinvii e note, frammentato, dove occorre legare le infinite informazioni date a quel fil rouge che l’Autore ha cercato di costruire per il lettore. La lettura, grazie ad un indice dei nomi e dei luoghi, estremamente ben fatto può essere anche tematica (per città, per famiglie, per luoghi). Così come le innumerevoli tabelle provano a fornire quadri d’insieme estremamente interessanti.

Ed infine vorrei sottolineare da un lato il ricchissimo apparato iconografico fatto di mappe, cartine, copertine di libri, di particolari tratti da quadri della vita contadina dell’epoca e dall’altra la fondamentale bibliografia, l’elenco degli archivi esaminati e dei fondi presenti nelle biblioteche storiche della Romagna. Tutte informazioni fornite, da buon docente universitario come Turchini è stato sino a poco tempo fa, pensando ad una guida per gli studenti e gli studiosi che volessero approfondire i tanti temi trattati.

Paolo Zaghini

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