L’hanno trovata qualche giorno fa a casa sua che era riversa a terra e non si muoveva, quasi esanime, ma per fortuna sono riusciti ad acciuffare la sua vita per i capelli. Con la speranza – ora la donna è in coma – che alla vita lei ci rimanga ancora attaccata. Un’ esistenza a cui aveva deciso di rinunciare per sempre tentando il suicidio, ancora afflitta dalla violenza bruta di un marito che per anni l’ha maltrattata nell’anima e nel corpo. Un orco che era riuscita a scacciare dopo essersi affidata alla giustizia con una denuncia e dopo aver trovato conforto nell’associazione Onlus Rompi il Silenzio Centro Antiviolenza. Poche settimane fa la donna aveva ottenuto dal Tribunale l’allontanamento del marito dalla casa in cui avevano vissuto e in cui si era scatenato l’inferno.
Ma purtroppo nulla è bastato, perché le cicatrici delle violenze subite le facevano ancora troppo male. Non nel corpo, ma nello spirito. “Non sappiamo neanche noi cosa sia scattato. Ma la storia va raccontata. Ci fa capire che quando una donna subisce violenze di ogni tipo, a volte non basta una denuncia e nemmeno l’allontanamento coatto del suo aguzzino”, spiega Paola Gualano, Presidente dell’associazione Rompi il Silenzio. “Noi offriamo ogni tipo di supporto e conforto, ma non possiamo di certo imporre scelte alle donne che si rivolgono a noi. Quello che possiamo dire è che una donna può e ha il dovere di scegliere per tutelarsi, per essere padrona del proprio destino”.