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Draghi striglia Regioni, Bonaccini: “Pensi a far arrivare le dosi”

“Il Governo pensi a fare arrivare le dosi e pretenda dalle Regioni che facciano le cose al meglio”. Così il presidente dell’Emilia-Romagna e della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, dopo la ‘strigliata’ del premier Mario Draghi alle Regioni.

Per Bonaccini, intervistato a tutto campo stamane su La7, i problemi vanno “risolti e riconosciuti”, ma bisogna “evitare di generalizzare”. Certo magistrati e avvocati vaccinati in Toscana “quello probabilmente è stato un errore”, concede il governatore Pd.

“Il richiamo di Draghi a fare di tutto perché si faccia al meglio e più rapidamente possibile é un richiamo giusto, ma bisogna evitare di generalizzare. Se in qualche realtà c’é qualche difficoltà che può succedere, va risolta e il Governo ha ragione a risolverla”. In ogni caso “non mi permetto di sindacare sulle singole regioni, nostro compito é condividere le scelte col Governo, poi ognuno risponderà di quello che fa”.

D’altra parte Bonaccini sottolinea che secondo lui quello del Governo é l’approccio giusto sul fronte di ritardi nelle forniture di vaccini da parte delle multinazionali. “Draghi é stato esemplare da quando si é insediato, bisogna fare non solo la voce dura ma anche ottenere ciò che é dovuto”. In Emilia-Romagna, sottolinea poi, “ieri abbiamo completato un piccolo record, quasi 20.000 vaccinazioni. Potremmo farne molte di più, perché a noi non è mancata l’organizzazione ma le dosi, un problema drammatico”.

Ma sempre a proposito della collaborazione tra Regioni e Governo, non ogni forma di supporto da Roma è valida a prescindere. Ad esempio sulle prenotazioni: in Emilia-Romagna il sistema funziona, non serve l’arrivo di Poste Italiane. “Perché se in Emilia-Romagna quando apriamo le agende succede come lunedì scorso, che in poche ore si prenotano quasi 90.000 persone tra 75 e 79 anni, io dovrei decidere da un giorno all’altro di cambiare un sistema che funziona e prenderne un altro?”.

Sulle vaccinazioni, osserva infine Bonaccini, “ci giochiamo tanto, perché se vaccineremo praticamente tutti gli italiani andremo verso ottobre e ad una possibile quarta ondata con un paese forte e pronto a non chiudere più nulla”. Perché oggi, ricorda ancora il governatore, “abbiamo tante categorie che sono nel dramma e nella disperazione”.

(Bil/ Dire)

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