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Oggi, dopo due anni Sergio Zavoli torna a Rimini. Al Fulgor per presentare il suo ultimo libro

Salutiamo con grande affetto il ritorno a Rimini del sen. Sergio Zavoli che mancava dalla nostra Città, per iniziative pubbliche, da oltre due anni. Se non ricordiamo male l’ultima volta fu il 21 novembre 2015 in occasione della Mostra e dell’incontro pubblico sulla Prima Guerra Mondiale (lui intervenne sulle lettere dei soldati dalle trincee). Poi, per problemi di salute e di difficoltà motoria, nonostante le sue annunciate presenze (al Congresso Nazionale dell’ANPI a maggio 2016 per ricordare l’amico regista Ettore Scola o a gennaio di quest’anno per l’inaugurazione del Fulgor), non è più stato presente nella nostra/sua Città.

Non dimentichiamoci che Sergio è nato il 21 settembre 1923, e che dunque ha oltre 95 anni. E poi però ha vissuto alcuni momenti felici come il suo matrimonio con Alessandra Chello nel giugno 2017 o i festeggiamenti del gruppo del PD e dell’intero Senato per l’addio nel marzo di quest’anno dopo 17 anni di presenza.

Eravamo abituati ad averlo con noi e fra di noi, a Rimini, in tante situazioni politiche o culturali.

Ma Rimini era ed è nel suo cuore come testimonia la recente intervista rilasciata al giornalista Pier Luigi Vercesi del Corriere della Sera (il 27 maggio 2018): “Sono un riminese onorario nato a Ravenna. Il nostro costume di vita si fuse ben presto nell’incomparabile fenomeno di una città che restringeva l’annata a 4 mesi, un tempo chiamato ‘stagione’. C’era un treno che arrivava ogni sabato da Amburgo con la scritta su tutte le carrozze: RIMINI-AMMORE, uno slogan infallibile, più di una promessa…”.

“Dopo l’8 settembre, indugiavamo spesso nella Trattoria del Lurido, o di Mazzasette, un ribelle che non finirà mai nelle retate tedesche e ogni tanto si diceva ne lasciasse uno per terra. La guerra guerreggiata arrivò il Giorno dei Santi del ’43 (…) Scendemmo a Rimini sventolando un tricolore e canticchiando ‘It’s a long way to Tipperary’. Era il 21 settembre del 1944, il giorno del mio compleanno”.

E alla domanda del giornalista di come fu che finì alla RAI. Zavoli risponde: “Il Direttore di Radio Venezia, in viaggio verso Roma, si fermò a Rimini per riposarsi al caffè Forcellini. Quella domenica ero alle prese con il derby Ravenna-Rimini. Terminata la cronaca, il direttore segnalò a Roma uno studente che raccontava il calcio con una tonalità, a suo dire, inedita. Parlava allo straordinario capo delle Radiocronache, Vittorio Veltroni, padre di Walter. La RAI, non disposta a cedere alla richiesta di aumentare il compenso del celebre Nicolò Carosio, mi chiese se ero disposto a trasmettere, sperimentalmente, Bologna-Genova. Il mercoledì un telegramma mi invitava a Roma, Via Asiago 10, ‘per comunicazioni’. La domenica raccontavo, in diretta, Roma-Fiorentina”.

Ed infine un ricordo per l’amico carissimo Federico: “Il mio amico più sorprendente, allegro, inquieto, Fellini, la sua dolce, infantile semplicità portata a limiti sorprendenti. Un giorno gli raccontai di aver fatto un sogno in un ospedale di Kiev, dopo un grave incidente a Chernobyl: attraversavo, camminando su una corda sospesa tra due palazzi, il centro di una piazza e a un certo punto venivo assalito dal pensiero di precipitare, sentendo arrivare la paura della morte. Mi interruppe dicendo: ‘Perché non hai sentito che quello potesse essere l’inizio, e non la fine, del viaggio?’. E aggiunse: ‘Non sei curioso di sapere come andrà a finire?’”.

Oggi presenterà il suo ultimo libro di poesie “La strategia dell’ombra” (Mondadori 2017), appuntamento più volte rinviato per l’indisponibilità di Sergio. Un libro con poesie molto belle che ha ottenuto lusinghieri risultati di vendita.

1938 ca. Lungomare di Rimini. Al centro Sergio Zavoli a quindici anni (dall’archivio fotografico privato di Sergio Zavoli)

25 agosto 2017. Bologna, Festa provinciale de L’Unità. Il Segretario PD di Bologna Francesco Critelli premia Sergio Zavoli. A sin. il regista Pupi Avati. A destra Rosita Copioli (foto di Paolo Zaghini)

21 novembre 2015. Sala FAR a Rimini, in Piazza Cavour. Mostra sulla Prima Guerra Mondiale. Da sin. Sergio Zavoli, il curatore della mostra Davide Bagnaresi (Archivio fotografico Istituto Storico della Resistenza di Rimini)

Foto do copertina  Anni ’80. Sergio Zavoli, Federico Fellini (dall’archivio fotografico privato di Sergio Zavoli)

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