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Don Giorgio non ce l’ha fatta, Riccione piange il parroco dei SS. Angeli Custodi

Don Giorgio non ce l’ha fatta. Il parroco della parrocchia dei Santi Angeli Custodi si è spento nel tardo pomeriggio di oggi 31 ottobre. Aveva 78 anni.

Don Giorgio dell’Ospedale era ricoverato in terapia intensiva dell’ospedale di Rimini dal 6 ottobre scorso. Era entrato all’Infermi tre giorni prima dopo essere stato contagiato dal coronavirus. Era risultato positivo dopo essere tornato da una gita nel Cilento con i parrocchiani. Aveva accusato qualche malessere e il tampone aveva confermato quale ne fosse l’origine. Si è ipotizzato che il contagio fosse avvenuto durante l’ultima festa della sua parrocchia, a fine settembre.

Durante la terapia il sacerdote era incorso in un’insufficienza renale. Sottoposto a dialisi, l’organismo non ha risposto e a quel punto non c’è stato più nulla da fare.

Don Giorgio è stato il fondatore della sua parrocchia, nata nel 1973. In precedenza era stato Cappellano di don Alberto Torroni, parroco dell’Alba che con don Emilio Campidelli, parroco di San Lorenzo aveva deciso di dare alla zona compresa tra la ferrovia e la Circonvallazione un servizio religioso stabile, sia in vista di un forte sviluppo urbanistico, sia per facilitare la partecipazione dei fedeli, isolati dalla ferrovia e dalla Statale.

Il 21 Ottobre 1973 con la presenza del Vicario Generale, mons. Fausto Lanfranchi, e la partecipazione dei due parroci, don Alberto e don Emilio, don Giorgio aveva avviato il nuovo servizio religioso per il quartiere, con sede provvisoria in una casa presa in affitto in via Po. Un servizio che non si è mai interrotto fino a questo tragico 2020.

Personaggio estroverso, attivissimo, protagonista anche della scena politica riccionese. Quando era gasato, il don non temeva confronti. Dava volentieri spettacolo. E per di più, lo spettacolo era gratis.

Era un punto di riferimento spirituale, ma anche terreno delle vicende umane e politiche di Riccione. Si narra che fu artefice di vittorie nelle primarie del Pd e “coordinatore” occulto delle vittorie del centro destra. Orientava i suoi parrocchiani senza tanti giri di parole. Memorabili alcune sue prediche.

Nel 2009 invitò i propri fedeli a votare alle primarie del Partito democratico che vedevano in competizione Massimo Pironi e Fabio Galli. Disse  dall’altare: “Oggi abbiamo fatto prima, avete ancora un’ora e mezza per andare alle Primarie”. Un invito ma anche la sua partecipazione diretta al voto. Ufficialmente non si è mai saputo per chi avesse votato. Ma che era andato alle urne lo dichiarò a voce alta lui stesso: “Sono andato a votare alle Primarie del Pd, e me ne vanto. Al posto di lamentarsi sempre, i cittadini quando sono chiamati a esprimere il proprio voto non dovrebbero rifiutarsi”. A Riccione però tutti erano certi che il suo voto fosse andato a Massimo Pironi.

Celebre anche l’intemerata contro il quotidiano “La Voce”, rea secondo Don Giorgio di averlo criticato per la troppa politica con cui aveva infarcito un’omelia. Durante la messa di Natale al palasport di Riccione aveva fulminato: “Certi giornali vanno eliminati”.

A chi continuava a criticare il suo impegno rispondeva: “Potranno anche scrivere sui giornali che mi occupo di politica, ma anche questo è Vangelo”.

Don Giorgio è stato un consigliere importante per la vittoria di Renata Tosi alle elezioni del giugno 2014 nel ballottaggio con Fabio Ubaldi.  Ha continuato a sostenerla anche alle elezioni anticipate del 2017. Ultimamente i bene informati parlavano però di un Giorgio deluso dall’azione di governo della Tosi.

Un prete unico, anomalo, eclettico, amato dai suoi parrocchiani e temuto da chi non lo frequentava. La sua chiesa era un crocevia per la fede, la speranza, i bisognosi ed anche per i politici.

Mancherà immensamente alla comunità di Riccione e non sarà facile colmare il vuoto che lascia.

 

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