Cerca
Home > Politica > DOMANDE & RISPOSTE sul Pd locale e nazionale: transizione o immobilismo?

DOMANDE & RISPOSTE sul Pd locale e nazionale: transizione o immobilismo?

Per cominciare ad aprire un dialogo precongressuale, ho fatto a una decina tra uomini e donne del Partito Democratico , alla quale in due o tre degli interpellati hanno preferito non rispondere. Ho chiesto sintesi, immediatezza e non politichese, ma si sa… il percorso è di tipo culturale (l’allenamento serve e io non mi arredo).

DOMANDA: In transizione, verso il congresso. Senza un deputato in provincia di Rimini. E la Segreteria appare assente… cosa succedere ora, adesso nel Pd di Rimini? 

Giorgia BELLUCCI – Il lavoro della Segreteria Provinciale, della quale sono responsabile organizzativa, è per il rilancio del PD che, a livello locale, è partito fin dal nostro insediamento. E intendiamo continuare con costanza e tenacia, soprattutto dopo l’epilogo del 4 marzo. E’ necessario aprire le porte, coinvolgere direttamente la base, gli iscritti e i cittadini che troppe volte sono stati tagliati fuori dalle scelte. Su questa strada alcuni mesi fa la segreteria provinciale ha ideato il progetto “Cantiere Città – Le idee si fanno strada”, partendo dai gruppi di lavoro nati per la conferenza programmatica. Si tratta di luoghi di discussione e di ascolto, per un processo di scelte partecipato il più largo possibile, affinché il Partito Democratico abbia una visione e una proposta seria per le città e per il paese, solo così la gente tornerà a credere in noi.

Alberto VANNI LAZZARI – Il Partito Democratico è la scommessa incompiuta, una zattera nel gorgo delle correnti a un centimetro dal punto di non ritorno. La rotta si inverte con coraggio e visione, c’è bisogno di un centro sinistra radicale, credibile, attivo, empatico. Per far questo dobbiamo uscire dal format “Truman Show” all’ennesima replica e affrontare le sofferenze reali di chi ha smesso esausto, deluso, offeso, di seguirci. Un passo indietro di tutti per costruire al più presto una nuova prospettiva, ripartendo dalle “periferie” territoriali e sociali, da una classe dirigente competente, sensibile, umile. Rimini non fa eccezione.

Emma PETITTI – Il congresso sia l’occasione di rimotivare l’intero campo democratico e rifondare il centrosinistra dentro la cultura europea dei diritti umani, civili e sociali, non l’ennesima conta tesa semplicemente ad affermare una leadership. Per ritrovare la connessione emotiva che legittima un gruppo dirigente su contenuti ideali e programmatici: la lotta politica è l’unico strumento capace di garantire voce e spazio a chi è più debole. Il Pd attraverso il suo congresso deve saper affrontare le ragioni della sconfitta politica del 4 marzo per definire e distinguere la propria azione di opposizione, insieme alle forze sociali e civiche del Paese. Anche a Rimini dovremo fare la nostra parte coinvolgendo chi investe, fa impresa e crea lavoro a beneficio del nostro territorio. Il 2019 con le elezioni amministrative, europee e regionali sarà un anno cruciale per testare la nostra tenuta elettorale. E per affermare nuovamente la forza decisiva di partito di governo.

Giorgio PRUCCOLI – E’ il partito nazionale a essere in grave impasse post-voto. Non riparte, non si rialza, non si sta dando un’identità precisa con un congresso ri-fondativo, serio e urgente. Esiste una figura che saprà fare sintesi? Io lo spero sinceramente, ma ne dubito altrettanto fortemente. A me ne viene in mente una soltanto (ndr… intendi Matteo Renzi, Giorgio Pruccoli?). Attività locale e assenza del parlamentare, secondo me, vengono decisamente dopo per ordine di priorità.

Lucio GOBBI – Penso che il Partito Democratico della provincia di Rimini debba essere in grado di declinare una proposta politica articolata. Sono già in troppi a urlare e a presentare soluzioni semplici, un Pd che si limita a contestare e opporsi senza dare una visione politica complessiva, convincente, alternativa, non raccoglierà alcun consenso in più. Non riuscirà a riconquistare i voti dei già tanti delusi da questo governo. Il prossimo anno noi in Emilia-Romagna affronteremo le elezioni regionali, oltre alle europee… ci ricordiamo la bassa percentuale di votanti che hanno eletto Bonaccini nel 2014, il 37% circa. Allora dico che se non costruiamo una narrazione credibile, che al momento io non vedo proprio, mentre era evidente durante la campagna elettorale di Andrea, non credo che ce la faremo.

Giulia CORAZZI – Ebbene credo che il luogo più giusto per esprimere questo pensiero non sia un articolo di giornale ma le sedi del nostro partito. Forse non è più di moda usare gli strumenti e i luoghi del nostro partito per confrontarsi e crescere insieme, meglio i blog, i giornali e i gruppi purché fuori dal Pd ma se c’è una cosa che per me rimane un punto fermo è il rispetto per il mio segretario che ha assunto l’impegno di guidare il partito per le elezioni nazionali e le comunali di Gemmano e che deciderà se nel contesto congressuale regionale in ottobre aprire anche una fase congressuale per Rimini. Il rispetto poi per questa comunità di cui faccio parte e che non si merita per l’ennesima volta di venire sminuita sui giornali o di mostrare di nuovo pubblicamente le proprie criticità in un momento dove forse non è in discussione solo il partito locale o la segreteria, come dici tu “assente”, ma un intero sistema o ancora peggio un intero pensiero di società e di mondo.

Alessandro BELLUZZI – La Segreteria Provinciale non è “assente” e lo dico basandomi sull’importante lavoro che sta portando avanti intorno al progetto “Cantiere città”, in cui ci si confronta su temi concreti, per costruire un progetto rivolto al futuro. E che è anche un modo in cui liberarsi dal male delle correnti. Il prossimo congresso non deve trasformarsi nella solita conta ma occuparsi di argomenti concreti: sanità, turismo, ambiente, consumo del territorio, insieme ai temi politici come il rapporto con il M5S e LEU in vista delle prossime amministrative. E l’identità del partito: più socialdemocratico o liberal-democratico? Il suo posizionamento in ambito Europeo. Spero inoltre che siamo tutti in accordo, affinché il prossimo congresso… mi auguro non oltre il mese di novembre, porti con sé un fortissimo rinnovamento della classe dirigente a tutti i livelli. L’errore più grande di Matteo Renzi è il non aver affermato, soprattutto nei territori, il suo iniziale cavallo di battaglia. Bene il documento di ieri del Segretario regionale insieme ai provinciali: è un errore aver fissato il Congresso al 2019. Ma se non fosse sufficiente propongo di rafforzarla attraverso una raccolta firme in tutti i circoli della Regione E-R.

Sabrina VESCOVI – Il Partito Democratico dovrà trovare le forze per fare fronte comune alle pericolose derive della destra, cercando di riunire il campo delle forze di centro sinistra del territorio, senza dimenticare che anche le forze imprenditoriali ed economiche hanno bisogno di un centro sinistra forte e con referenti competenti che possano contrastare l’inadeguatezza della politica degli annunci della destra leghista e razzista. La visione e l’idea di territorio dovrebbero poter essere l’elemento aggregante del sistema di valori del campo largo del centro sinistra. Parlare di come vogliamo che sia il territorio fra cinquant’anni dovrà essere prioritario rispetto a chi se ne dovrà occupare. Temi e non nomi per il dibattito che ci porterà al prossimo congresso.

Tonino BERNABE’ – Siamo in grado di promuovere cultura amministrativa partecipata e plurale, capace di costruire orizzontalmente il consenso sui provvedimenti e non di calarli verticisticamente dall’alto? Chi può agire nei fatti ora sono gli eletti, ma dovremmo favorire un circolo virtuoso di democrazia partecipata ai vari livelli: il dialogo tra la nostra gente e chi la rappresenta nelle istituzioni. Purtroppo l’immobilismo nazionale ricade sul partito locale. Vorrei una buona e aperta politica “ecologica” capace di farsi carico soprattutto dei più deboli; un partito che rispetti la natura e l’ambiente; che il mio partito non trovasse alibi per rinviare il Congresso e conservare il proprio ceto politico, ragionando solamente su personalismi. Vorrei una nuova radicalità in grado di distinguere l’identità di una forza democratica, popolare e di sinistra, dal sovranismo nazionalista della Lega; in grado di sfidare i 5 Stelle sui diritti sociali e civili, dentro una rinnovata cultura democratica e costituzionale. Buon Congresso a tutti noi.

Il commento finale di chi ha posto la domanda, e sa che in molti chiedono confronti veri in Direzione locale e nazionale (che mai avvengono in modo autentico e costruttivo) è riconoscere  che c’è assolutamente la necessità di investire in cultura civica e politica, dunque in formazione dei quadri dirigenti. Anche del Pd, ma non solo. Perché regna la più totale confusione. Di questi tempi ogni carica tra partito e ruolo pubblico sono in coabitazione e seppure i partiti oramai non possano più permettersi di avere impiegati stipendiati, o forse proprio per questo… troppe persone, pur nelle istituzioni pubbliche si sentono dipendenti di partito. Mentre la cartina di tornasole è quella di sempre, brutale e molto empirica, ma anche assolutamente etica: chi ti paga?, poco o molto che sia non importa… La risposta è che solamente a lui devi rendere conto. Il Pd non è il partito-chiesa (come il Pci di un tempo, ma anche la Dc) al quale si doveva fedeltà, omertà… eppure qualcuno ha risposto (ancora) che “i panni sporchi si lavano in casa”. Forse è questa una delle ragioni per cui il Partito Democratico, come ha detto il segretario regionale Paolo Calvano alla Festa dell’Unità, ha perso fortemente in credibilità ed empatia.

PS: la raccolta di opinioni politiche continua… in mancanza di altri luoghi fisici in cui si possa esercitare la sana ginnastica mentale che corrisponde allo scambio di idee. Io, si sa, non sono così contraria da mia abitudine “radicata” a farlo in pubblico. Secondo me l’autenticità paga. Se vi va ditelo (in sintesi) a Chiamamicitta.it.

Manuela Fabbri

Ultimi Articoli

Scroll Up