Piano contro il dissesto idrogeologico in Emilia-Romagna da 102 milioni di euro, ma da Roma ne arrivano 21. La Regione protesta: “Via ai primi 18 interventi, ma i fondi certo non bastano”. I 102 milioni sono necessari a completare il piano per la prevenzione del rischio idrogeologico e la messa in sicurezza del territorio messo a punto dalla Regione, che prevede 89 interventi da Piacenza a Rimini, opere già tutte cantierabili entro l’anno.
In provincia di Rimini, in particolare, potranno partire la messa in sicurezza idraulica del contro storico di San Giovanni in Marignano (1 milione e 600 mila euro) e a Bellaria l’intervento di adeguamento del porto canale del torrente Uso dalla SS 16 alla foce (650 mila euro). Dovranno invece aspettare: la messa in sicurezza di tratti particolarmente critici litorale interessati da erosione da Cattolica a Cesenatico (1 milione); il progetto generale preliminare per il torrente Marano e Rio Melo a Riccione, Coriano, Rimini e Montescudo (lotti 1 e 2, 300 mila euro,lotti 3 e 4, 600 mila); la realizzazione di vasca di laminazione delle portate di piena del canale Mavone Grande a Vergiano e Casale di S. Ermete (€ 1.900.000).
Una comunicazione, quella del dicastero, appena arrivata sui tavoli della Regione, per uno stanziamento certo insufficiente che ha spinto il presidente della Giunta, Stefano Bonaccini, che è anche Commissario straordinario per il rischio idrogeologico, a scrivere al ministero dell’Ambiente per chiedere il rispetto degli impegni presi, oltre a inviare a Roma l’elenco dei primi 18 interventi, i più urgenti, che partiranno coi 21 milioni disponibili.
È dunque necessario che venga attivato un percorso alternativo, di cui già si era discusso. Fin dall’autunno scorso, infatti, la Regione Emilia-Romagna aveva chiesto che si potesse accedere ai mutui Bei (Banca europea degli investimenti) per far partire i cantieri, e il ministro, nell’ultima cabina di regia, si era impegnato in tal senso. Ora, la Regione si aspetta che si dia seguito il più velocemente possibile a quanto garantito, perché gli interventi programmati sono tutti assolutamente necessari per mettere in sicurezza l’intero territorio regionale.
“Dopo aver parlato di priorità nazionale, auspichiamo che il Governo voglia davvero mettere mano alla cura del territorio, senza che rimanga solo un impegno sulla carta – afferma l’assessore regionale all’Ambiente e alla Difesa del suolo e della costa, Paola Gazzolo -, per questo adesso vanno attivati i mutui Bei, così come il ministro Costa si era impegnato a fare nel caso di fondi insufficienti. L’Emilia-Romagna è pronta: con le risorse in arrivo faremo partire i primi interventi, ma tutte le opere previste sono necessarie e urgenti. Abbiamo rispettato l’accordo col Governo completando in tempi rapidissimi la programmazione degli interventi, adesso vogliamo essere messi nelle condizioni di lavorare per la sicurezza dei territori e delle nostre comunità locali. Ed è per questo che siamo già impegnati sulla progettazione di di nuovi cantieri pronti a partire nel 2020”.
“Sappiamo bene quanto i nostri territori siano fragili e quanto necessitino di manutenzioni per prevenire o sistemare danni dovuti al dissesto idrogeologico – commenta l’assessora al Bilancio della Regione Emilia-Romagna Emma Petitti –. Basta pensare a emergenze come il consolidamento di versanti in frana, la riapertura di strade chiuse a causa di cedimenti e dissesti. La sicurezza del territorio non può restare solo sulla carta. Deve essere una priorità. Ci rivolgiamo pertanto al Governo perché dei 102 milioni necessari a finanziare tutti i progetti ne sono arrivati 21. Una cifra insufficiente ma con la quale abbiamo comunque deciso di avviare i progetti più urgenti su tutto il territorio emiliano-romagnolo”.
Per questo, Petitti concorda sull’opportunità di attivare percorsi alternativi per ottenere i finanziamenti necessari a completare tutti gli interventi: “Lo scorso autunno la Regione Emilia-Romagna aveva chiesto la possibilità di accedere ai mutui Bei (Banca europea degli investimenti) e ora, dopo l’impegno assunto dal ministero dell’Ambiente, ci aspettiamo delle risposte perché i fondi arrivati non sono sufficienti a coprire le opere previste, tutte necessarie e urgenti per i nostri territori e per le nostre comunità”.
In particolare, per 20 cantieri – valore totale pari a circa 24 milioni e 300 mila euro – si propone l’assegnazione dei fondi stanziati con la legge di bilancio nazionale e già nelle disponibilità del ministero. Per i restanti 69 cantieri, da oltre 77 milioni e 600 mila euro, la Regione chiede invece l’attivazione di ulteriori canali di finanziamento, dando seguito all’impegno assunto dallo stesso ministero il 19 marzo, incontrando le Regioni.