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Dispaccio Filosofico: mercoledì 1, al Rosè Cafè, Loris Ferri presenta “Il poema della residenza”

L’appuntamento è fissato per mercoledì 1° marzo, alle ore 21.00, presso il “Rosè Cafè” di Rimini (via Quintino Sella, 17). Per l’occasione il poeta Loris Ferri sarà accompagnato musicalmente dal chitarrista acustico Alessandro Buccioletti e dialogherà con il filosofo Loris Falconi intorno ai temi principali trattati nel suo poema.

Poema della residenza 

Dopo di me sarà il ciclo delle ere,

il sole che dardeggia, la pioggia ondosa,

l’arcano rito degli amori nelle primavere

insonni, selvaggiamente profumate; gloriosa

cadrà la notte sulle terre addormentate,

libero come un lupo migrerà il vento sulle pianure

e silenziosa, ancora più struggente, l’alba sconfinata

il remoto segno lascerà di un giorno puro!

Il testo si presenta al lettore nella forma complessiva di una geografia sentimentale, lungo un tempo storico dilatato, condensando un immaginario che scava a fondo nella memoria individuale e collettiva, dalla cosmogonia di una terra misteriosa alle profondità vive, sino all’approdo su sponde più oniriche e rugginose, alla scoperta, tra incontri, illuminazioni e paesaggi interiori, di veri e propri luoghi dell’anima. Cinque sezioni ne compongono il corpo poetico: ‘Il primo seme’, ‘Viaggio di un uomo’, ‘Frammenti di un racconto interrotto’, ‘Versi eretici’ e ‘Quaderni della migrazione’. È un poema sul continuo radicarsi nel mutamento”.

(tratto dalla bandella di copertina)

È un bellissimo regalo questo poema. Molto denso. L’ho letto nel pomeriggio e lo rileggerò con più attenzione. Mi ha stupito la poesia: Versi Eretici. Grazie per la dedica. Soprattutto il verso: ‘sui denti in fiamme’. In pochi sanno che il mio soprannome in America è Jack Due Denti, e il testo

con una profonda intuizione, coglie il senso dell’esistenza e della rivoluzione”.

(Jack Hirschman)

Sul ‘Poema della Residenza’ potrei dire che è un avvenimento letterario. È difficile che escano libri di poesia così ricchi, densi e corposi. Questo libro, rispetto all’orizzonte contemporaneo del poetico, rispetto alle opere che vengono pubblicate da Mondadori, Einaudi, è molto generoso, anche debordante ma costruito, tenuto nella materia, in quanto è retto da una quartina narrativa di stampo romantico. Continuo a pensare quello che scrissi per il suo primo libro, ‘Borderlinea’, nella nota introduttiva che si intitolava: ‘Il poeta è un traduttore’. In questo poema il progredire poetico recupera questo discorso, eppure continua sul paesaggio adriatico con una forza incredibile, sviluppando il tema romantico. Il vocativo è la grammatica di tutto il libro. Ci si rivolge sempre agli uomini, agli amici, ai lavoratori, alla strada. È un poema che apparentemente sembrerebbe contrario al tema esposto nel titolo -residenza- nel senso che è un poema scritto in viaggio e che racconta il viaggio per tutta l’Italia. È una peregrinazione che illumina con squarci di paesaggio che stanno dentro un’ambizione più grande; non si tratta soltanto di una poesia paesaggistica, descrittiva, anche se uno dei modelli potrebbe essere quel famoso viaggio in prosa di Pasolini: ‘La lunga strada di sabbia’, del 1962. Il libro ha di più. Perché il libro si apre con un tema cosmologico, una materializzazione olografica, cosmogonica, geografica di una terra, quella italiana, che nasce e prende forma con impasto di magmi, colline, natura, di odori e profumi, di elementi, di materia e di materiali che si accalcano in tutto il libro e cantano la notte adriatica, le migrazioni, un certo maledettismo, anche degli incontri, con prostitute, teneramente accorati. Ci sono infiniti rivoli, versi eretici che alludono ad una storia rugginosa, nel senso guasto del tempo e di un’Italia che ha la stimmate di un potere oscuro. Il tema dell’amore è molto sviluppato, non solo in senso fisico, sensuale, ma più universale. Amore per i luoghi, per gli uomini vivi, presenti. C’è una cosa da notare in questo libro di Loris Ferri: l’uso ripetuto dell’avverbio follemente, legato o a un verbo (naviga) o a un aggettivo. C’è questo incrocio nel testo, è troppo insistito per non essere voluto. Viene caricato l’avverbio con una marca decadente, che continuamente sceglie lo stampo del follemente come quello più ricorrente nel progredire poematico.

Questo eccesso è contrario alla poesia di oggi, che a sua volta è stitica, educata, molto calibrata, calcolata, frammentaria, per seguire i dettami critici e accademici. Priva di allargamenti. Qui siamo sulla riva opposta. Qui ci si allaga, si scava in profondità, è l’idea di un poema totale, di un canto generale che vuole attraversare gli elementi e darci il cuore. Ecco l’idea ribaltata della residenza o forse più vicina alla sua etimologia prima. Risiedere nel mutamento, stare dentro il mutamento come condizione esistenziale. Come se si rinascesse più volte. Con più radicamenti. A me ricorda naturalmente l’esperienza della radio, di Ancona, della RAI, appunto la trasmissione radiofonica del 1980. Residenza. Oltre a me, Scataglini, Scarabicchi, Raffaeli. Intervistammo, tra gli altri, Roversi, Volponi, Caproni. Questa residenza marchigiana come appartata ma policentrica. Da Recanati al cosmo. Dalle Marche a tutta Europa. Gli scrittori di quella generazione hanno tenuto il paesaggio come cardine fondamentale e poetico, come un correlativo oggettivo dell’ideologia stessa. Del pensiero in atto, che si sviluppa mentre sta cantando”.

(Gianni D’Elia)

Loris Ferri

Vive a Pesaro, nelle Marche.

Ha fatto parte della redazione della rivista di letteratura e realtà: ‘La Gru’ (2005-2012) e del movimento ‘Calpestare l’oblio’ (2009-2010). Collabora con la Rivista internazionale della migrazione: ‘El Ghibli’ diretta da Pap Khouma. Ha pubblicato i libri: ‘Borderlinea’ (Thauma edizioni 2008) con nota al testo di Gianni D’Elia, ‘Corrispondenze ai margini dell’occidente’ (Effigie 2011, con Stefano Sanchini) con Post-fazione di Roberto Roversi, da cui è tratto il cortometraggio ‘Correspondencias’, realizzato per il festival internazionale di Cinema e Poesia di Siviglia, il romanzo in versi ‘Rom -uomo-‘ (Sigismundus 2012) Premio A.N.P.I. Nazionale 2012 e Premio Marazza sez. giovani 2013. Dal romanzo è tratto lo spettacolo teatrale: ‘Canto degli Emarginati’ con Loris Ferri, Frida Neri, Massimo Ottoni, Antonio Nasone e la partecipazione di Massimo Zamboni, chitarrista e fondatore dei CCCP e CSI, e il progetto tematico BIM in collaborazione con Coop Cultura: ‘diversità di genere’ per i bienni scolastici. Lo spettacolo ha ottenuto il Premio Speciale ‘Ponti della Memoria’ 2015. Del 2016 è l’opera poetica: ‘Poema della residenza’ (Sigismundus editrice), menzione Poesia Onirica al Polverini 2016, con copertina del regista Mauro Santini, tratta dal progetto ‘diariodiunanno’ un racconto quotidiano composto da 365 immagini, pubblicate nell’agosto 2014, in occasione dell’esposizione al Festival del Cinema di Locarno con testi di Bruno di Marino ed Enrico Ghezzi.

Nel 2013 è stato il coordinatore insieme a Valerio Cuccaroni, del progetto in collaborazione con Coop Cultura: ‘Ad Alta Voce’ al Ridotto del teatro delle Muse, prima edizione ad Ancona (con Lella Costa, Massimo Ottoni, Adrian Bravi, Emidio Clementi, Ivano Marescotti ). Sui testi sono apparsi su diverse riviste e antologie tra cui: Tratti n. 72, Rivista Internazionale: Viola, diretta da Dubravko Pušek e antologie: L’arcano fascino dell’amore tradito, tributo a Dario Bellezza (Perrone Editore, 2006), Poeti Italiani Underground (Il Saggiatore, 2006), Il Segreto delle Fragole (Lietocolle, 2008), Porta Marina (PeQuod Edizioni, 2008). Nel 2009 ha partecipato al progetto internazionale: Scrittori di Voce Migrante. Del 2016 è l’evento: Volevo che voi lo sapeste, con Gianni D’Elia, Stefano Sanchini e il poeta della controcultura americana Jack Hirschman alla Chiesa della Maddalena di Pesaro.

Info:

349.7412325

dispacciofilosofico@gmail.com

Tessera Associativa necessaria.

Consumazione obbligatoria.

 

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