“La Regione intende costituirsi parte civile nel procedimento penale del Tribunale di Rimini contro due dirigenti dell’ufficio minori accusate di aver tolto di propria iniziativa due minori alla madre naturale?”
È il quesito che i consiglieri Michele Facci (primo firmatario) e Matteo Montevecchi (nell’immagine in apertura) della Lega rivolgono all’esecutivo regionale ricordando una vicenda nata nel 2013. Arriva in Italia dall’estero una ragazza madre in compagnia del figlio minorenne e in attesa della secondogenita. La madre viene ospitata in una casa protetta per poter iniziare un percorso di indipendenza economica e ai servizi sociali riminesi il Tribunale dei Minori di Bologna affida la tutela dei bambini, con lo specifico compito di regolare i rapporti tra i bambini e la propria madre.
Nel 2015 i servizi sociali procedono poi all’interruzione dei rapporti familiari, contestando la difficoltà della madre ad attenersi al percorso delineato e causando disagio ai due bambini. Questa asserzione sarebbe invece contestata dagli inquirenti che avrebbero invece definito una situazione ben diversa, dove i minori soffrivano per la lontananza della propria madre. Per i due leghisti quanto avvenuto a Rimini “ripropone drammaticamente quanto accaduto nel cosiddetto processo di Bibbiano, che ha visto già emesse alcune condanne e numerosi rinvii a giudizio, per essere state violate – direttamente e indirettamente – le norme a tutela dei diritti dei minori”.
Facci e Montevecchi, basandosi proprio sulla decisione dalla Regione per la costituzione di parte civile nel procedimento di Bibbiano, chiedono se l’esecutivo intende mantenere la stessa linea di azione, “se quanto accaduto abbia determinato una verifica da parte dei vertici della Ausl regionale sul servizio di tutela dei minori della Ausl di Rimini, e se siano stati adottati procedimenti disciplinari, anche in via cautelativa e provvisoria, e di motivarne le ragioni in caso negativo”.
Oltre ai quesiti principali, i due esponenti del Carroccio chiedono infine se dell’accaduto sia stato informato il garante regionale per l’infanzia e quale giudizio dia della vicenda l’esecutivo regionale.
Rispondendo alle domande poste, la vicepresidente di giunta Elly Schlein ha precisato in aula che “c’è la più totale condivisione nel garantire la più totale attenzione nella tutela dei minori” e a sostegno di tale affermazione, la vicepresidente ha ricordato le numerose azioni messe in campo nell’ultimo periodo sul tema.
“In ambito di tutela dei minori – ha ricordato ancora Schlein – va sicuramente ricordato tra le numerose azioni messe in campo la creazione del tavolo regionale per l’avvio della qualificazione del percorso di cura e accoglienza dei minori che ha prodotto le linee regionali per la costituzione delle equipe di secondo livello, necessarie sia a coadiuvare i servizi di primo livello nella gestione dei casi più drammatici sia a uniformare le linee di intervento su tutto il nostro territorio”.
Di notevole portata, poi, anche la sigla del protocollo d’intesa tra tutti i soggetti interessati dal tema della tutela dei minori per una migliore e più puntuale rilevazione dei dati sul sistema di sostegno e accoglienza per valutare in tempo reale l’efficacia del sistema.
“Per quanto concerne il caso di Rimini – conclude Schlein – l’Ausl della Romagna, a seguito di una specifica istruttoria, non ha inteso aprire alcun procedimento disciplinare perché non sarebbero emerse negligenze o comportamenti specifici atti a screditare la madre dei due bambini allontanati. Anche il garante dei minori è stato allertato e ha già aperto specifico fascicolo, mentre la Regione, mantenendo la massima attenzione, si riserva ogni azione in relazione agli sviluppi processuali”.
Parzialmente soddisfatto delle risposte ottenute Michele Facci che ricorda come “esistano termini specifici per la costituzione di parte civile, la scelta di attendere ulteriori sviluppi potrebbe non essere compatibile con lo stato di un procedimento che comunque ha già incassato un primo giudizio di merito nell’operato del giudice per l’udienza preliminare, che ha disposto il rinvio a giudizio”.