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Dentro il Tempio Malatestiano siamo ancora nel gotico o già nel Rinascimento? La risposta a Paolucci

Fine del Gotico o inizio del Rinascimento? L’interno del Tempio Malatestiano meravigliosamente decorato da Agostino di Duccio è ancora espressione del “gotico fiorito”? Oppure, con le sue muse e i suoi putti, l’artista fiorentino e il suo committente Sigismondo Malatesta hanno dato il via alla rivoluzione culturale del Rinascimento italiano? Un quesito che è emerso anche di recente durante la presentazione dell’ultimo libro di Ferruccio Farina, con lo studioso riminese Pier Giorgio Pasini a sostenere la prima tesi e la docente a Venezia Monica Centanni entusiasta della seconda.

Forse la risposta verrà dalla dissertazione “Sigismondo e Agostino di Duccio nel Tempio malatestiano”, con la quale Antonio Paolucci conclude giovedì 30 l’edizione 2017 di Mente locale, quest’anno dedicata al 600mo anniversario della nascita di Sigismondo Pandolfo Malatesta, Signore di Rimini e tra gli indiscussi protagonisti del Rinascimento italiano.

 Fra i massimi storici dell’arte in Italia, nato a Rimini a conflitto mondiale appena iniziato, Paolucci si è distinto per le opere e i ruoli istituzionali di primissimo piano che ha ricoperto nella sua lunga e straordinaria carriera che, tra le altre, l’ha visto essere stato ministro per i Beni culturali e ambientali nel Governo Dini, soprintendente per il Polo museale fiorentino, direttore dei Musei Vaticani.

Ad Agostino di Duccio, che nel Tempio malatestiano ha lasciato la testimonianza più alta della propria opera, Paolucci dedica la conferenza che si terrà, con inizio alle ore 17, giovedì 30 novembre nella sala del Giudizio del Museo della Città di via Tonini.

“La cornice di Mente Locale – commenta l’assessore alle Arti del Comune di Rimini Massimo Pulini tradizionalmente rivolta ai docenti e insieme alla città, quest’anno si associa alle manifestazioni sigismondee. Nell’ambito delle Celebrazioni malatestiane, i Musei Comunali di Rimini hanno commissionato a Nino Migliori, fotografo di rilevanza internazionale, un ciclo di opere dedicate alla Cappella dei pianeti del Tempio Malatestiano. La possibilità di avere il professor Antonio Paolucci a Rimini a parlare di Agostino di Duccio e dei bassorilievi che l’artista fiorentino realizzò nel Tempio Malatestiano, lega questi due avvenimenti in un medesimo significato. Come i classici di tutte le discipline artistiche, il capolavoro albertiano non finisce di far fiorire interpretazioni e letture che mettono in relazione un certo passato al nostro contemporaneo”.

L’appuntamento sarà dunque anche l’occasione per presentare al pubblico intervenuto da parte dell’assessore alle Arti Massimo Pulini alcune anticipazioni sulla mostra, in programma dal 16 dicembre alla Far di piazza Cavour, del fotografo Nino Migliori dal titolo “Lumen. I rilievi di Agostino Di Duccio fotografati a lume di candela”, che proprio dalle opere di Agostino di Duccio nel Tempio malatestiano trae origine.

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