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I DEMS e Andrea Orlando. Sintesi del suo intervento di apertura

Noi Dems, siamo quel pezzo di Pd che ha dimostrato di tenere al partito e non al leader di turno del partito. Il Pd non deve rassegnarsi a rappresentare la terza forza, il Congresso ravvicinato, fatto bene, ricco di contenuti deve essere quello del cambiamento e della ricostruzione. Perché per voler rappresentare tutti siamo riusciti a fare arrabbiare tutti e a ridurci al partito della ztl (ndr. ai minimi termini, selettivo, privilegiato?.. questo s’intende?).

L’ideologia del mercato e dell’individualismo, ha sostituito la democrazia liberale dell’equilibrio tra poteri, mentre libertà significa interagire con gli altri, altrimenti ci si riduce alla solitudine. Per questo il Pd deve tornare a essere quel luogo capace di contenere tante differenze insieme alle quali fare le battaglie della politica. C’è un pezzo di mondo che era nostro col quale il nostro partito non riesce più a parlare, e che il Congresso non risolverà. Non siamo Forza Italia, che ha solamente “quel” leader. Dobbiamo fare un campo largo, comune, in cui anche Renzi che era stato anche bravo perché aveva saputo incarnare la domanda di rinnovamento, all’inizio, potrà dare il proprio contributo. Ma non è il centrismo il nostro futuro, dobbiamo essere in grado di parlare a un paese diverso. Ci siamo dedicati troppo ai già inclusi, prendiamone atto.

A casa Calenda si sarebbe fatto un referendum sulle incompatibilità coi 5Stelle, giocando ancora su questa presunta alleanza che non era. Si trattava di porre condizioni, abbiamo sbagliato a non sederci al tavolo (applausi). Lega e 5Stelle non sono la stessa cosa. Il voto in Europa su Orban lo dimostra. Dire fate schifo nello stesso modo, li ricompatta. A me interessa dividerli per dialogare con gli elettori che abbiamo trasferito ai 5Stelle.

L’Europa è stata tradita daI sovranismo. La destra liberale non ha voluto si approvasse la sua Costituzione, limitandola a rapporti economici regolati dai trattati tra gli stati membri. Sta a noi che ci abbiamo creduto, rivendicarne il progetto dei fondatori: mettendo al centro l’uomo, poiché grazie a Renzi, diamogliene atto, siamo nel Partito Socialista Europeo. Ma non le pere con le mele, Tsipras con Macron. Per drenare voti al populismo, togliere ai populisti i voti degli esclusi. Certo la globalizzazione così come è stata fatta è sbagliata e dobbiamo dirlo, a chi perde il lavoro perché in Romania il costo del lavoro è inferiore… e non sono rispettati i diritti come in Italia. Quindi dobbiamo agire per una ricostruzione col popolo della frattura creata dalla globalizzazione. Bersani non può fare due parti in commedia, dare a Renzi tutte le colpe, con una versione autoconsolatoria: è lui da ministro che per fare cassa ha creato sproporzionate concentrazioni di ricchezza.

Non possiamo dire le stesse cose di Confindustria. Essere i custodi del capitalismo italiano, ma la sinistra italiana è soffocata da un alto tasso di ideologia. Il Pd deve mettersi in una fase costituente promuovendo un tavolo con tutta la sinistra, intanto ragionando, tentando di sciogliere i nodi. E mettendo all’ordine del giorno dei temi dimenticati. Dems, organizzata in ogni città, produrrà iniziativa politica mettendo al centro tre o quattro questioni che riguardano da vicino le persone. 1. Il diritto alla casa, dimenticato: averla o stare in affitto, senza più contributi, fa la differenza. 2. L’abrogazione della legge Pillon, sull’affido condiviso che creerà ulteriori diseguaglianze tra le famiglie. 3. L’Ape sociale (anticipo di indennità). 4. Ri-organizzazione il tempo pieno a scuola che rende i bambini più uguali.

Il segretario potrebbe essere Zingaretti?, gli viene chiesto. E’ un buon leader, può essere una risposta, ha esperienza e sarebbe un ottimo segretario. Ma contano i contenuti, e uno di quelli che io ritengo sia fondamentale è il saper ricostruire un rapporto coi diritti civili.

Prossimamente la nostra intervista ad Andrea Orlando.

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