Il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, interpellato dall’Ansa dopo l’annuncio del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando di non voler applicare il decreto sicurezza afferma che “la verità è una sola e i sindaci la conoscono bene: tutto il problema dell’immigrazione, si scaricherà sulle strade delle città, senza più alcun tipo di programma o progetto di integrazione, di gestione”.
Così Senza progetti di attività sociali varati dai comuni come, ad esempio, quello di volontariato avviato a Rimini e ribattezzato ‘Civivo’, per Gnassi siamo di fronte ad “una vera bomba innescata che rischia di esplodere nelle comunità locali, altro che sicurezza. Credo – osserva – che il percorso di revisione di questo provvedimento debba adesso passare prima di ogni cosa per un tavolo di confronto tra Anci e ministero dell’Interno. Bisogna apportare i necessari provvedimenti e – conclude il primo cittadino riminese – gli obbligatori emendamenti affinché tutto questo non si scarichi drammaticamente sulle città”.
Rude la replica di Bruno Galli, Segretario della Lega per la Provincia di Rimini: “Gnassi dovrebbe essere l’ultimo a parlare di sicurezza. Ha reso Rimini una città invivibile che lotta con l’emergenza immigrazione, che è ostaggio di criminali senza scrupoli e che, numeri alla mano, è schizzata in vetta alle classifiche nazionali per il numero e la frequenza di reati al patrimonio, stupri e violenze. E nonostante questo minaccia la disobbedienza civile nei confronti di una legge sacrosanta varata dal Governo e voluta con ostinazione dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini che, per la prima volta, mette mano, con azioni e strumenti concreti, alla piaga dell’immigrazione clandestina. Lo sanno tutti come dietro il solidarismo di facciata del partito dell’accoglienza si celi un labirinto di interessi e di guadagni ‘criminali’ maturati proprio sulla pelle dei migranti e di chi, per le ragioni più disparate, sbarca illegalmente in Italia.”
“Gnassi se ne faccia una ragione e risponda ai suoi doveri di Sindaco. La legge sulla sicurezza e l’immigrazione punta a ripristinare il controllo dello Stato sul territorio e sulle frontiere e a verificare lo status giuridico delle centinaia di migliaia di immigrati che abitano le nostre città. Chi ne ha il diritto potrà restare in Italia e gli verrà garantito un percorso di accompagnamento e inserimento nel mondo del lavoro. Chi invece sfrutta i canali dell’accoglienza, chi non fugge da guerre o persecuzioni verrà riaccompagnato in patria. Inoltre, la norma attribuisce ai sindaci maggiori poteri e risorse per la sicurezza. Cosa di cui Gnassi dovrebbe felicitarsi e non il contrario” conclude Galli.