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Darsena, a Rimini si vietano le house-boat e negli altri porti si inaugurano

Era ottobre 2017 quando Marina di Rimini annunciava una importante iniziativa.  Dopo essere diventata “Marina Resort”, in base alla legge regionale 7/2014  che modificava la L.R. 16/2004 , al pari di un hotel sulla terra ferma, per la porzione del porto turistico destinato all’ormeggio per il pernotto a bordo, ora propone una nuova offerta: pernottare in un residence galleggiante. Un vero e proprio bungalow o camper galleggiante  di categoria superiore. Si tratta di una imbarcazione che non necessita di collegamenti alla rete fognaria. Usufruisce delle reti della darsena per luce e wifii. L’imbarcazione è stata regolarmente omologata dall’Enave, Ente navale Europeo.

Quindi tutto a posto? Ancora una volta Rimini e i suoi imprenditori sono capaci di fare tendenza ed innovazione nel turismo italiano?

Purtroppo non è una favola, non è una telenovela, ma è un film dell’orrore burocratico e di interpretazione di norme in modo quanto meno discutibile.

Inizia la Guardia di Finanza il 30 luglio 2019, alle 7 del mattino, come nelle operazioni contro la criminalità finanziaria. Marinai della capitaneria di porto e personale della Guardia di Finanza hanno controllato numerosi natanti della Darsena, comprese le house-boat.

I militari hanno identificato chi le occupava, procedendo con verbale di violazione di norme della nautica da diporto. Secondo i verbali della Guardia di Finanza l’attività di house-boat non sarebbe permessa all’interna della Darsena.

Alla Guardia di Finanza evidentemente non interessa la legge regionale che equipara i marina resort ai campeggi e villaggi turistici, dove è sempre possibile affittare anche roulotte o case mobili per trascorrere una vacanza, senza che vi sia qualche autorità che chieda il possesso della patente.

Ma non è finita. Il verbale della Guardia di Finanza viene trasmesso alla Procura della Repubblica ed al Comune di Rimini (come da prassi) che vi ravvede anche degli abusi edilizi, intimando al Marina di Rimini di rimuovere le house-boat per evitare un sequestro per abuso edilizio.

Secondo il Comune di Rimini occorre distinguere

  • tra unità abitative fisse: soggette a titolo edilizio
  • unità abitative mobili: non necessitanti di titolo edilizio in quanto connotate da accentuate caratteristiche di mobilità, installabili sia dal gestore della struttura che da altro operatore turistico ovvero dal turista.

Il Comune di Rimini si sofferma sul termine “accentuate caratteristiche di mobilità”, che viene usato dalla Regione Emilia Romagna per la classificazione delle strutture ricettive all’aria aperta dei campeggi e dei villaggi turistici. Tuttavia in quella legge regionale si chiarisce che sono con accentuate caratteristiche di mobilità  “comunemente denominati tende, roulotte, caravan, autocaravan, camper, casamobile, mobil – house o maxicaravan, tende attrezzate o lodge – tent, allestiti per il pernottamento nella struttura ricettiva.”

Ora, che un natante regolarmente immatricolato dall’ente navale abbia una mobilità meno accentuata di una casa mobile, che come è noto non è veicolo autorizzato dalla motorizzazione civile ma può essere spostato solo se trainato su un tir, appare un’interpretazione quantomeno bizzarra.

Per cercare di uscire da questo “pantano burocratico amministrativo”, l’ufficio preposto del Comune di Rimini ha chiesto un parere alla Regione Emilia Romagna. Parere inviato a firma del dirigente Ing. Carlo Mario Piacquadio in data 7 aprile 2020. La Regione Emilia Romagna non ha ancora risposto. Tuttavia è anche vero che non ha nessun obbligo di rispondere ad un quesito di un Comune e che le amministrazioni comunali sono responsabili dell’applicazione delle leggi, nazionali e regionali.

Inoltre, fra le iniziative anticovid la Regione Emilia Romagna ha emanato un protocollo che fa esplicito riferimento alle house-boat: “Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 in relazione allo svolgimento in sicurezza DELLE STRUTTURE RICETTIVE ALL’ARIA APERTA in Emilia-Romagna”.

Ma il paradosso è anche un altro. Mentre a Rimini venivano rimosse le house-boat dalla darsena, le stesse (nel senso di identiche), venivano installate in altre località. Come ad esempio a Giulianova, il 1 marzo 2020, dove vi è stata l’inaugurazione con la presenza del sindaco.

Purtroppo questa situazione di interpretazione di norme a danno della darsena ha provocato una minore entrata economica di oltre duecentomila euro, ed una riduzione della capacità attrattiva della nostra offerta turistica.

E’ auspicabile una presa di posizione della politica che risolva questa situazione abbastanza paradossale.

Una situazione paradossale e drammatica, che si aggiunge alla mancata soluzione, per ora,  del problema dei canoni demaniali. L’emendamento che salva pertinenziali doveva risolvere anche il problema dei porti turistici. Purtroppo così non è stato. In queste ore le associazioni dei porti turistici stanno lavorando per trovare una soluzione nel decreto “Rilancio” in approvazione in Parlamento.

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