Cerca
Home > Speciale Elezioni > Da “Basta Plastica in Mare” appello al voto sostenibile agli elettori in Romagna

Da “Basta Plastica in Mare” appello al voto sostenibile agli elettori in Romagna

In vista delle elezioni politiche del 25 settembre il Direttivo di Basta Plastica in MARE Network muove un appello agli elettori in Romagna per il voto sostenibile.

“La premessa: a differenze delle altre occasioni elettorali, per le Politiche 2022 il nostro appello non è ai candidati ma agli elettori.

E’ forse ripetitivo affermare che la nostra economia circolare ruota soprattutto intorno al mare e che la natura del mare è la principale risorsa e una priorità da proteggere a qualsiasi costo? Noi Associazione Basta Plastica in Mare Network non solamente in quanto protettori dell’ambiente, ma quali cittadini/utenti/azionisti dell’impresa Rimini e Romagna, anche per quanto ciascuno di noi ha contribuito a costruire, vorremmo ricordarlo a tutti i candidati nelle elezioni politiche 2022.

Scorrendo le candidature tra le varie formazioni elettorali ci chiediamo: quali tra loro conoscono e a chi davvero interessa la nostra realtà territoriale con le sue originali e più preziose peculiarità, sia marine che collinari? Chi ha fatto cosa?

Il già sindaco di Rimini, Andrea Gnassi si è impegnato affinché le fogne non scaricassero a mare e che le acque venissero preventivamente depurate (PSB&O di Hera, anche se non ancora a regime); così come negli ultimi due anni, prima di concludere i due mandati ha espresso con decisione molte riserve sul megaimpianto eolico offshore che, complice la crisi, morde sempre di più il freno per invadere di tecnologia snaturante il nostro capitale naturale: il bene comune identitario che lambisce la costa più scelta d’Italia per le sue caratteristiche di balneabilità.

Inutile dire che in campagna elettorale sono notoriamente più numerose le ambiguità e le promesse all’uno o all’l’altro portatore di interesse e categoria economica per ottenere consenso, anziché siglare precisi e autentici impegni. Tanto più sulla protezione dell’ambiente che – seppure sbagliando moltissimo – si ritiene non paghi in termini economici. L’importante è essere eletti poi si vede l’aria che tira e chi conviene accontentare. Ma noi vorremmo impedire che questo accadesse. 

Inutile dire che il partito dell’astensione otterrà una percentuale considerevole di voti, per disaffezione e sfiducia nei partiti, purtroppo. Ed è la ragione per cui noi APS BPinMARE desideriamo esortare gli elettori della Romagna a considerare e scegliere di votare chi tra i candidati riconosce alle questioni ambientali: interesse, rispetto, centralità, concretezza. E’ dunque sulla credibilità personale che dobbiamo investire, ora più che mai.

Due anni fa, con il compianto ammiraglio Aleardo Maria Cingolani, abbiamo chiesto un tavolo di studio e consultazione della Romagna capace di pianificare le energie rinnovabili, progettando bisogni e i risparmi ai quali avrebbe dovuto attenersi il nostro territorio. Senza dover ricorrere come sempre alle improvvisazioni su urgenze dettate dall’emergenza. Cosa puntualmente accaduta ora a causa di scelte politiche sbagliate del passato, di una guerra di occupazione del maggior fornitore in regime di monopolio e appunto della mancanza di pianificazione che porta i nostri governanti a “resuscitare” perfino carbone e nucleare. Cambiare paradigma significa dotarsi di lungimiranza. Tra chi studia ricerca e innovazione, è noto che la tecnologia più avanzata delle energie rinnovabili punta su impianti contenuti, le comunità energetiche autogestite che, come succede in altri paesi (v. Portogallo) sappiano differenziare tra sole, vento e onde: dal fotovoltaico su tetti urbani e industriali, all’acqua nell’idroelettrico diffuso, le biomasse da scarti agricoli e organici. E, insieme a tutto questo, politiche capaci di favorire efficientamento e risparmio.

Noi “società civile” dobbiamo continuare a pungolare i decisori, assumendoci le nostre responsabilità. Riponendo fiducia in rappresentanti politicamente affidabili che sapranno prendersi cura di noi cittadini e dell’identità del territorio che tutti abbiamo contribuito a costruire con le nostre idee e il nostro lavoro. L’alternativa è non voler conoscere. Per infine offrire su un piatto d’argento lo sfruttamento dei beni comuni per fini speculativi a nuovi colonizzatori. 

Inutile dire che è esattamente ciò che dimostreremo di volere, astenendoci dal diritto/dovere del voto.”

 

 

Ultimi Articoli

Scroll Up