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Curarsi coi libri nei giorni del coronavirus: cosa leggono i riminesi per affrontare l’emergenza

C’è chi fa provvista di generi alimentari e chi di libri. Tutti a casa nei tempi del coronavirus, ma siccome andare in libreria è (per ora) lecito, i tanti lettori che ancora ai supporti digitali preferiscono il piacere di tenere in mano un volume, vanno a far scorta di beni essenziali alla mente.

Ma cosa leggono? Mirco Pecci nella Libreria Riminese sta osservando come l’emergenza sta influendo sulle scelte dei clienti. Che finora non sono nemmeno calati più di tanto.

“Sì – conferma Pecci – il flusso dei visitatori non è per ora diminuito in modo significativo. Ovviamente la preoccupazione è presente, si mantengono le distanze e la conversazione verte sempre sullo stesso argomento”.

I libri più richiesti in questo momento? “Nella narrativa, come era da attendersi, i classici del genere: la peste manzoniana, Boccaccio, Tucidide, Camus, naturalmente ‘Cecità’ di Saramago”. 

E i saggi? “Tutto quello che informa sulla malattia. Ieri è uscito l’ultimo libro di Roberto Burioni, ‘Virus, la grande sfida’. Ma senza dubbio il testo più impressionante è ‘Spillover’ di David Quammen, se non altro perché fu scritto otto anni fa”.

Indubbiamente fa un cero effetto leggere in un testo del 2012 della prossima pandemia globale,  domandandosi se partirà da “un mercato cittadino della Cina meridionale”.  Quammen, scrittore e divulgatore scientifico, ritiene che questi virus siano l’inevitabile risposta della natura all’assalto dell’uomo agli ecosistemi e all’ambiente. “Quando hai finito di preoccuparti di questa epidemia, preoccupati della prossima”, è il suo poco rassicurante messaggio.

Il libro è stato pubblicato in Italia nel 2014 da Adelphi. Si sobbalza praticamente ad ogni pagina, leggendo cose di questo tipo: the Next Big One, la prossima grande pandemia, sarebbe stata causata da un virus passato da una specie animale selvatica a quella umana, lo “spillover”, appunto. Verosimilmente la prima fonte sarà un pipistrello,  con il tramite di un altra specie animale. Il “salto” fra gli umani si verificherà probabilmente in un mercato di carni fresche, magari della Cina. E sarà stato un virus estremamente pericoloso se avrà la capacità di diffondersi prima di manifestare i suoi sintomi.

Ma Quammen rifiuta l’etichetta di “profeta”. Anche in una recente intervista a Wired, afferma solo di aver messo in fila i dati storici e le affermazioni degli scienziati. E rigetta ogni catastrofismo. Bisogna sì prendere atto che la popolazione umana sulla Terra è già eccessiva, così come il consumo delle risorse. Insomma il modello di sviluppo è tutto da rivedere.

Ma l’umanità ce la può fare e l’Italia per prima: “Amo l’Italia – dice a Wired e voglio tornarci il prima possibile: quando lo farò, non vedo l’ora di vedere come avrete superato – o starete superando – questa tempesta”.

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