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Crisi Russia-Ucraina, rischi per l’export e il turismo

La crisi tra Mosca e Kiev fa tremare il mondo dell’agrifood emiliano-romagnolo e del turismo

“Dal 2014 l’embargo russo, scelto come risposta alle sanzioni adottate contro Mosca da Bruxelles per la questione ucraina, penalizza duramente l’export dei nostri prodotti agricoli e alimentari di punta quali frutta, salumi e formaggi”, osserva Confagricoltura Emilia Romagna.

Secondo l’elaborazione del centro studi dell’organizzazione agricola l’Emilia-Romagna è la seconda regione italiana più danneggiata dal divieto di importazione stabilito dalla Federazione Russa: solo nel 2020 sono andati persi 46 milioni di euro di export agroalimentare rispetto al 2013 (pre-embargo)

Ora la riacutizzazione delle tensioni fa temere ripercussioni ancora più pesanti e il possibile allungamento della lista dei prodotti messi al bando fino ad includere, ad esempio, anche il vino e la pasta – conclude Confagricoltura Emilia Romagna – l’auspicio è la soluzione diplomatica alla crisi per garantire una stabilità duratura in Europa e nel mondo”.

Preoccupazioni anche per il turismo. Il mercato russo è uno dei più importanti per la riviera romagnola (secondo solo ai tedeschi). Dopo due anni di pandemia che hanno bloccato i flussi turistici dalla Russia si sperava nel 2022 per una ripresa del mercato estero.

Negli ultimi giorni, infatti, era arrivato l’ok ai vaccinati con lo ‘Sputnik’ e la fine della quarantena per chi proviene dall’estero.  Stavano già arrivando prenotazioni per i mesi estivi

venti di guerra, invece, potrebbero allontanare quel turismo. L’augurio, su tutti i fronti (umano ed economico) è che la diplomazia possa prendere il sopravvento velocemente e, nelle regioni delle ex repubbliche sovietiche possa tornare a sventolare solo la bandiera della pace.

 

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