“ANAAO e FP CGIL Dirigenti SSN sottolineano la propria distanza rispetto a prese di posizione in favore di istanze troppo particolari che evocano modelli organizzativi atomizzati e non organici ed integrati al Sistema Sanitario Regionale”: così queste organizzazioni prendono le distanze da Snami, sindacato nazionale dei Medici italiani, che aveva anunciato battaglia dopo il taglio in stipendio di 900 euro ai sanitari che non si erano resi disponibili a operare nei pronto soccorso.
Invece ANAAO e FP CGIL Dirigenti SSN “si dissociano dalla presa di posizione di qualche sindacato a tutela di integrazioni stipendiali per un ristretto numero di Colleghi che non si integrino appieno con le Unità Operative di Pronto Soccorso a difesa del servizio di assistenza al cittadino. Tale presa di posizione richiama principi estranei a quelli condivisi dalla Dirigenza Medica Ospedaliera”.
E spiegano: “Il lavoro medico non inserito nel sistema, o addirittura ad esso alieno, come nel caso dell’appalto del lavoro medico alle cooperative, portano inevitabilmente a un inaccettabile impoverimento, numerico e professionale, del capitale umano, che rappresenta la risorsa più preziosa del Sistema Sanitario Regionale.
Difendiamo invece la politica che ponga al centro da una parte il cittadino in un contesto di assistenza di qualità, pubblica e accessibile, a garanzia di percorsi concertati per ottimizzarne i criteri temporali e qualitativi e dall’altra la valorizzazione dei professionisti ospedalieri, interpreti della risposta di ogni criticità sanitaria, e delle loro condizioni di lavoro, affinchè possano esprimere al meglio la propria professionalità”.
“I Pronto Soccorso della Romagna – proseguono – non sono immuni dalla grave crisi che sta attraversando l’emergenza-urgenza a livello regionale e nazionale. La più grave criticità è rappresentata dalla carenza di Personale che ha portato recentemente l’Ausl della Romagna alla emanazione di un ordine di servizio per destinare specialisti delle discipline internistiche alla attività della Medicina d’Urgenza e del Pronto Soccorso. Simili provvedimenti mettono in gravose condizioni i Colleghi ospedalieri delle branche di medicina, pneumologia, gastroenterologia, cardiologia e neurologia, chiamati a svolgere mansioni che non sono centrali al loro profilo professionale. Questa situazione espone i medici ospedalieri a sobbarcarsi un pesante aggravio di lavoro per garantire, a fianco della copertura dei turni in Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza, anche le normali attività assistenziali in favore dei pazienti ricoverati nei reparti e delle prestazioni ambulatoriali ai cittadini. Tutto questo avviene durante il periodo estivo, particolarmente intenso in Romagna, condizionando la fruizione delle ferie e la vita privata dei professionisti”.
Ciononostante “i medici ospedalieri in pieno spirito di collaborazione e dedizione si sono dichiarati disponibili a offrire il proprio contributo alla collettività dimostrando altresì collaborazione e solidarietà verso i Colleghi dei Pronto Soccorso a garanzia della assistenza al cittadino. In tale contesto le scriventi sigle sindacali ritengono imprescindibile la fattiva e integrativa collaborazione di tutti gli attori del Sistema Sanitario Regionale che operano sul territorio, a partire dai Colleghi che operano nell’emergenza territoriale, i medici convenzionati MET (Medici che lavorano nel servizio di emergenza urgenza operanti in regime convenzionale con l’AUSL della Romagna) attualmente per lo più coinvolti nell’emergenza territoriale 118, unitamente agli sforzi dei medici ospedalieri che si impegnano a difendere il diritto alla buona Sanità ed all’assistenza propri del sistema pubblico, proteggendoli da costrizioni di necessità che cederebbero il passo al compromesso del libero mercato”.
Allo stesso tempo ANAAO e FP CGIL Dirigenti SSN “sono impegnate nella difesa della centralità di un Sistema Sanitario Regionale pubblico e universalistico che nella contingente situazione di difficile reclutamento del personale medico richiede di mettere in campo qualunque risorsa possibile per poter mantenere adeguati i livelli di risposta alle esigenze dei cittadini, con politiche di confronto e valorizzazione dei percorsi virtuosi”.