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Crescita delle imprese artigiane in provincia di Rimini

I dati elaborati dall’Ufficio Informazione economica della Camera di commercio della Romagna confermano la rilevanza, la diffusione e la centralità dell’artigianato nel territorio Romagna – Forlì-Cesena e Rimini, dove un’impresa su tre è artigiana. Nel corso del 2021 aumentano le iscrizioni e migliora il saldo tra iscrizioni e cessazioni. Le imprese artigiane attive evidenziano un trend in aumento nelle Costruzioni e nel comparto Alloggio e ristorazione; diminuiscono nel Manifatturiero, nei Servizi alla persona e nei Trasporti.

Secondo le elaborazioni dell’Ufficio Informazione economica della Camera di commercio della Romagna, su dati Infocamere, la dinamica anagrafica nell’anno 2021 evidenzia, nelle due province, Forlì-Cesena e Rimini, 1.510 iscrizioni e 1.300 cessazioni (al netto delle cancellazioni d’ufficio), con un saldo positivo di 210 unità, (nel 2020 fu pari a -192 imprese). Si registra una ripresa delle iscrizioni (+4,0%, rispetto alla media pre pandemia 2017-2019) e una riduzione delle cessazioni (-20,3% rispetto alla media pre pandemia); inoltre, si riscontra come il dato delle cessazioni sia in assoluto il più basso degli ultimi 12 anni, mentre quello delle iscrizioni sia il più elevato dal 2014.

Al 31 dicembre 2021 le imprese artigiane attive sono 21.454, in aumento dell’1,0% rispetto al 2020, dato complessivamente migliore di quello regionale (+0,4%) e in controtendenza a quello nazionale (-0,3%). Con questa variazione, il numero delle imprese artigiane attive del territorio Romagna è tornato ai livelli del 2019.

Le imprese artigiane attive rappresentano circa un terzo (il 30,1%) del totale delle imprese attive provinciali, a fronte del 31,1% della regione e al 24,8% dell’Italia. La maggioranza delle attività artigiane (il 72,9%) è costituita come ditta individuale (+1,3% rispetto al 2020).

Con riferimento ai settori di attività, le imprese artigiane del settore Costruzioni rappresentano il 40,2% del totale delle imprese attive, in aumento del 2,8%; il 20,1% opera nel Manifatturiero, in flessione dello 0,9%; il 12,8% si ritrova nelle “Altre attività di servizi” (-0,3%), che comprende iniziative imprenditoriali prevalentemente rivolte alla persona (acconciatori, lavanderie, centri benessere) e si caratterizza per l’elevata intensità artigiana; il 7,5% nel Trasporto e magazzinaggio (-2,5%); il 5,2% in Alloggio e ristorazione (+2,5%) e il 5,2% nel Commercio (-2,8%).

“Senza dubbi, il rimbalzo economico e il conseguente miglioramento del clima di fiducia, specialmente nei mesi centrali dell’anno, hanno influenzato positivamente il saldo finale del 2021. Inoltre, è evidente l’effetto traino del settore delle Costruzioni, seppure con differenze tra le due province, dovuto agli incentivi governativi che hanno fatto aumentare la domanda edilizia per le ristrutturazioni private – commenta Roberto Albonetti, Segretario generale della Camera di commercio della Romagna –. In questo contesto, destano preoccupazione i prezzi delle materie prime, che incidono pesantemente sull’attività e che potrebbero frenare la crescita, non solo di questo settore. Invece, è particolarmente incoraggiante la crescita, in entrambe le province, del numero delle imprese giovanili artigiane, sia in termini assoluti, di numerosità di imprese, sia in termini di incidenza sul totale. Come dimostrano alcune delle più dinamiche imprese italiane, il “saper fare” rimane un ingrediente indispensabile della nostra economia. Per questo i giovani possono essere la giusta spinta alla crescita economica, unendo le idee e l’innovazione tecnologica alle capacità artigianali, per fornire prodotti innovativi, altamente personalizzati e in grado di confrontarsi con una comunità internazionale, per proporre l’eccellenza artigianale italiana all’interno di filiere globali”.

“Il sistema di imprese locali necessita di norme certe, continuità per quel che riguarda le misure di sostegno per confermare la ripresa in corso, oltre che di meno burocrazia e di un rinnovato rapporto fiduciario con i diversi livelli della pubblica amministrazione. Al momento registriamo troppe incertezze da parte del decisore pubblico. Incertezze che rischiano di inficiare gli sforzi che le imprese stanno facendo dopo una fase estremamente complicata – commenta Franco Napolitano, Direttore generale di CNA Forlì-Cesena – Difficoltà nel reperire manodopera, non solo quella qualificata, aumenti insostenibili delle materie prime e delle fonti energetiche, unite ad oggi alla mancata proroga della moratoria di stato sui finanziamenti sono le ultime criticità in ordine di tempo affrontate dalle nostre aziende, soprattutto quelle di piccole dimensioni. Il nostro sistema di imprese per programmare investimenti in competenze, strumenti e soluzioni, ha bisogno di conoscere per tempo su quali traiettorie si intende consolidare la ripresa in atto. Le risorse del PNRR vanno finalizzate verso interventi strutturali e sul sostegno all’economia reale. Il tessuto economico locale, supportato da un sistema associativo solido e consolidato, nonostante le gravi e recenti difficoltà incontrate ha confermato il proprio dinamismo, confermando la capacità di garantire coesione sociale e un livello di qualità della vita da sempre tratto distintivo del nostro territorio”.

“Il nostro territorio guarda con ansia alla prossima stagione turistica e con preoccupazione per il brusco rallentamento degli interventi edilizi legati ai bonus. Sul fronte turistico, il caro energia farà salire i prezzi e l’equilibrio del nostro modello di offerta potrebbe risentirne – dichiara Davide Cupioli, Presidente Confartigianato Imprese Rimini –. Per quanto riguarda l’edilizia, i cui numeri s’erano impennati ma le condizioni di lavoro erano complicate, va detto che una Legge scritta male, i comportamenti truffaldini e la ridotta capacità di controllo stanno frenando un processo avviato. La piccola e media impresa, sommersa dalla burocrazia, sta attraversando mesi difficili e si diffonde la convinzione che i fondi del PNRR servano più a tappare le falle che a generare una vera stagione di sviluppo. Gli artigiani storicamente sanno difendere le loro aziende e con orgoglio notiamo anche una rinnovata identità intorno all’associazione di categoria”.

Sistema imprenditoriale: focus provincia di Rimini

Secondo le elaborazioni dell’Ufficio Informazione economica della Camera di commercio della Romagna, su dati Infocamere, nel corso del 2021, in provincia di Rimini, si sono iscritte 744 imprese artigiane e se ne sono cancellate 567 (al netto di quelle d’ufficio): il saldo è positivo per 177 unità (nel 2020 fu negativo per 41 imprese). Il tasso di crescita annuale delle imprese registrate è pari al +1,88%, ampiamente superiore al dato regionale (+0,64%) e nazionale (+0,80%). Si registra dunque una ripresa delle iscrizioni (+7,4%, rispetto alla media pre pandemia 2017-2019) e una riduzione delle cessazioni (-26,0% rispetto alla media pre pandemia); inoltre, si evidenzia come il dato delle cessazioni sia in assoluto il più basso degli ultimi 12 anni, mentre quello delle iscrizioni sia il più elevato dal 2014.

Al 31/12/2021, in provincia di Rimini si contano 9.673 imprese artigiane attive, pari al 27,9% del totale (31,1% in Emilia-Romagna e 24,8% in Italia); esse sono aumentate dell’1,9% rispetto al medesimo periodo del 2020, a fronte di un +0,4% a livello regionale e di una contrazione (-0,3%) a livello nazionale. Con questa variazione, il numero delle imprese artigiane attive della provincia di Rimini è tornato ai livelli del 2019.

Con riferimento ai settori di attività economica, le imprese artigiane delle Costruzioni rappresentano il 41,3% del totale e sono in aumento del 3,6%; il 18,9% opera in quello Manifatturiero (-0,8% la dinamica), il 12,8% nelle “Altre attività di servizi” (+1,1%), che comprende iniziative imprenditoriali prevalentemente rivolte alla persona (acconciatori, lavanderie, centri benessere) e si caratterizza per l’elevata intensità artigiana (l’82,3% delle imprese del settore è artigiana).

In crescita le imprese artigiane operanti nel comparto del turismo (Alloggio e ristorazione: incidenza 5,9%, +2,0% la dinamica tendenziale) e nel Commercio (incidenza 5,2%, +0,4% la dinamica). In flessione (-3,4%), invece, le imprese artigiane nel settore “Trasporto e magazzinaggio” (pari al 6,8% del totale).

Con riferimento alle aggregazioni territoriali della provincia di Rimini, la maggioranza delle imprese artigiane si ritrova nei Comuni marittimi (dove il Capoluogo è prevalente con il 38,7% del totale delle imprese artigiane, in crescita del 2,6%), mentre la loro intensità (numero imprese artigiane sul totale delle imprese attive) è superiore alla media nelle vallate (Valconca e Valmarecchia), che costituiscono il 22,8% del totale dell’artigianato provinciale; in tale area 35 imprese su 100 sono artigiane e in aumento dell’1,7% rispetto al 3112/2020. Nell’area del Basso Conca si concentra il 13,7% delle imprese artigiane, in crescita dello 0,8%. In generale, nelle aree collinari e montane della provincia (dove si concentra il 22,8% delle imprese artigiane) l’intensità dell’artigianato è superiore alla media provinciale, mentre appare minore nelle zone della costa, dove tuttavia si ritrovano i due terzi delle imprese artigiane, con una crescita tendenziale (+2,2%) superiore a quella media provinciale.

Le ditte individuali, che rappresentano la maggioranza delle forme giuridiche artigiane (il 73,5%), sono in crescita nei 12 mesi (+2,3%); in flessione le società di persone artigiane (-1,7%), che costituiscono il 18,3% delle imprese artigiane. Le società di capitale si confermano in aumento del 7,5%, con un trend superiore a quello degli altri territori di riferimento (+6,5% Emilia-Romagna e +6,2% Italia) e costituiscono l’8,0% delle imprese artigiane provinciali.

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