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COSÌ IL NEOLITICO FA TURISMO: IN IRLANDA

Possiamo agevolmente affermare che quando la sera ci troviamo al pub, il Neolitico non sia il nostro argomento principale. Magari – ecco, questo sì – discutiamo di come all’estero avvenga che con poche strutture storiche ed archeologiche riescano a costruire un sistema di valorizzazione straordinario.

Anche se, va detto, Bru Na Boinne, il ritrovamento di Newgrange (sito UNESCO), è qualcosa di straordinario, paragonabile a Selinunte o a Ravenna, e per certi versi alla Domus del Chirurgo. E già che ci siamo possiamo dire che il paragone regge fino a che discutiamo di quello che hanno fatto gli antichi: non regge più quando osserviamo cosa facciamo noi per valorizzarli.

Intanto, è importante capire di cosa parliamo: sono grandi tombe/strutture a tumulo, costruite circa nel 3200 a.C. in Irlanda, alte fino a 15 metri e larghe 75 metri, circolari: in questa zona ce ne sono tre principali, e altre più piccole.

All’interno di questi tumuli ci sono alcuni percorsi allineati con le stelle, e una camera centrale. Ce ne è uno in cui il sole arriva a illuminare la stanza solo per 15 minuti e solo la mattina del solstizio d’inverno: evidentemente un effetto voluto e comunque straordinario. Tenete a mente questa cosa, perché ci torniamo fra un attimo.

Ora respirate, e provate a immaginare quali beni archeologici abbiamo in Romagna. A me ne vengono in mente diversi: Domus, Arco e Ponte di Tiberio a Rimini; San Vitale e Mausoleo di Teodorico a Ravenna. Ok? Ne avete in mente altri? Ecco, teneteli lì per un attimo, di fianco al solstizio d’Inverno.

Si possono visitare – entrando anche nel percorso principale all’interno dello stesso – due dei tre tumuli principali, che si trovano a un paio di chilometri di distanza l’uno dall’altro. Per far questo è necessario recarsi al Visitor Center. Lì potrete acquistare i biglietti per uno o entrambi i tumuli; ho speso per entrare in entrambi 12 euro più il trasporto. Ti viene assegnato un orario per ciascuno dei due. Il mio turno per il primo tumulo era circa tre ore più tardi e quindi scelgo di passeggiare per il Visitor Center.

 

Da un lato trovo un’esposizione museale ampia e ben fatta, con ricostruzioni a grandezza naturale delle modalità presunte di costruzione, delle mappe, dei modellini che mostrano lo sviluppo prima e dopo l’abbandono delle strutture, e una serie di esposizioni “hand on”, ovvero strumenti fisici con cui i visitatori possono interagire e toccare con mano: le diverse tipologie di pellicce utilizzate, alcuni gioielli e così via. Inoltre, in una sala circolare chiusa c’è una proiezione ogni quindici minuti che spiega l’allineamento celeste dei tumuli, da cui se ne esce passando attraverso una ricostruzione a grandezza naturale del cunicolo del secondo tumulo. Al piano inferiore si trova una sala bar ben fatta per l’attesa, e un’area destinata ai ricordi da comprare: libri, riproduzione di gioielli, cartoline, souvenir di ottima qualità.

BRUNABOINNE4All’ora designata, mi trovo con gli altri turisti alla partenza per il primo tumulo. Ci accompagnano e la guida ci raggruppa e inizia a raccontare e a guidarci attorno al tumulo. Ci raccontano sia le modalità di costruzione, le ipotesi degli studiosi, ci fanno vedere le emozionanti decorazioni sulle pietre (ehi! hanno cinquemila anni! Questi disegni li ha fatti qualcuno cinquemila anni fa!) e alla fine ci portano dentro il tumulo, mostrando anche le successive trasformazioni: il palazzo di uno del centinaio dei Re locali d’Irlanda, un’abbazia, una casa, tutti sopra il tumulo.

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Al rientro alla base, partiamo con un altro mezzo per il secondo tumulo, ancora più imponente.
E qui la guida, dopo averci mostrato l’esterno e raccontato come gli archeologi l’han trovato, alla fine ci introduce nell’interno, nella stanza che al termine di un cunicolo di una ventina di metri è stato trovato sigillato ed intatto dopo cinquemila anni.

Una stanza dove ci può stare una ventina di persone, il cuore del tumulo. Sigillato, senza infiltrazioni di nessun genere, costruito con tecniche avanzate per l’epoca. E ci fa sperimentare l’emozione che ogni anno avviene al solstizio d’inverno.

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Spegne tutta l’illuminazione e al buio inizia a raccontare. E poi accende l’unico faro che simula il sole la mattina del solstizio: la luce si allunga piano sul terreno fino ad illuminare la stanza, e poi piano se ne va.

Ci salutiamo, traduco per un gruppo di italiani che non conosceva l’inglese quanto raccontato, le ipotesi degli studiosi, le tecniche e così via.

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Ecco, ora uscendo mi viene chiesto di partecipare gratuitamente alla lotteria, lasciando i miei contatti mail. In premio c’è la possibilità di essere fra i trenta fortunati estratti che al prossimo solstizio d’inverno potranno entrare davvero nel tumulo e vivere la mattina del sole nascente.

Oggi Bru Na Boinne fa più di 200.000 visitatori all’anno: è interessante vedere come attorno ad un ritrovamento emozionante, ma apparentemente incomprensibile per l’uomo moderno, si sia riusciti a costruire un sistema economico e divulgativo che produce lavoro e conoscenza. Di fatto Dublino è il grande collettore di turismo dell’Irlanda, da cui la gran parte delle persone parte per visitare questi luoghi. Seppure il governo finanzi le destinazioni come questa, tutti i tour nascono dall’iniziativa privata. Strutture come questa generano una ricaduta anche in termini di desiderio ed emozione.

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Ora, riportate qui i luoghi della Romagna che potrebbero essere organizzati in maniera simile, e diventare strumenti di marketing, lavoro e conoscenza dell’intera costa. Ci siamo capiti, vero?

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