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Così il disastro di Riccione spalanca le porte a Grillo

Dopo due anni e mezzo si chiude l’esperienza del sindaco Tosi. Si chiude nel peggiore dei modi. Non solo per il sindaco ma per la politica di Riccione.

In pochi hanno compreso per quale motivo il sindaco è stato sfiduciato da una parte della sua maggioranza. E’ un problema di qualche punto programmatico? E’ un problema di un assessore non dato al gruppo Unione Civica? O altro?

Altrettanto singolare è che il tutto sia avvenuto fuori dal luogo del confronto, del dibattito e della rappresentanza: il Consiglio Comunale. Invece, il luogo dove si certifica la fine di una legislatura è diventato lo studio di un notaio.

Tutto sembra essere ritornato alla peggiore politica della prima Republica. Intrighi, lavori di corridoio, trasformismi e divisioni politiche continue. Brillano per la loro assenza i temi concreti.

Ha iniziato per primo il Pd, delegittimando il proprio sindaco Pironi e obbligandolo alle primarie con l’allora segretario del partito Fabio Ubaldi. Pironi le perde e Ubaldi soccombe alla Tosi al ballottaggio. Quella sconfitta porterà a una spaccatura drammatica, quasi anticipatrice delle scissioni odierne. Con la differenza che a Riccione non si tratta di voucher, welfare o riforme costituzionali. Su quale tema politico ci si divida, in realtà,  resta insondabile. Fatto sta che la maggioranza del gruppo consigliare democratico. 4 consiglieri su 7, vanno a formare il gruppo Oltre. pur sostenendo di non essere usciti dal partito. Vengono estromessi e fanno ricorso. Volano carte bollate. E questa è l’opposizione che dovrebbe mettere alle strette Renata Tosi.

Dunque sonni tranquilli per la maggioranza? Macchè. Tre consiglieri escono da Noi Riccionesi, due da Forza Italia e nasce il gruppo Unione Civica. Risultato pratico, l’azione amministrativa della Giunta Tosi, se mai si è intravista, si paralizza del tutto.

Chi porta la responsabilità di tutto questo?

Il sindaco Tosi in primo luogo. Il modo in cui si è concluso il suo mandato ha certificato una totale incapacità politica a gestire la sua maggioranza. Imbarazzante il suo silenzio istituzionale in queste settimane. Qualche post sui social tanto per corroborare gli ultras e una cena all’Hops con i suoi sostenitori: tutto qui.

Ma sul sindaco pesa anche il peccato originale di una debolezza programmatica che alla lunga si sconta. L’unico punto eclatante era quello di bloccare il TRC. Ottimo per un comitato e perfino per raccogliere voti; inconsistente come progetto di governo per una città. Una battaglia fuori tempo massimo il cui esito era già scritto. Giunto quello, il sindaco non è stato in grado di tessere alcun filo di un’azione di governo. Né, va riconosciuto, nessuno dei suoi alleati politici gli ha dato una mano. Bastava strappare per la prima volta la Perla Verde dalle mani dei “rossi”. Ottenuto questo, il resto doveva andare avanti da sé. Ovvio che invece con queste magre premesse non si vada da nessuna parte.

Il secondo responsabile di questo disastro politico è Forza Italia. Aveva l’uomo forte in giunta, Luciano Tirincanti. Il quale però che non ha saputo, anzi non ha voluto fermare l’interruzione della legislatura.  Ben presto ha perseguito un suo disegno, del quale Renata Tosi e soprattutto “Nanà” Arcuri non facevano parte.

Da questa situazione, che come primo effetto aumenterà il già preoccupante distacco dei cittadini dalle istituzioni, se ne può uscire in due modi.

Il primo sarebbe dare conferma che la caduta della Tosi è stato un intrigo di palazzo, dando vita ad una nuova coalizione dove tutti i protagonisti si ritrovano uniti nel sostenere un nuovo candidato a Sindaco. Una coalizione spuria rispetto al quadro nazionale. Una specie di “Pattone civico”che andrebbe da Tirincanti a Ubaldi passando per Pierani e magari il Pd. Quanto a dire, un assist al MoviMento 5 Stelle più unico che raro.

L’altra via sarebbe ritrovare le ragioni di una sana competizione elettorale, possibilmente comprensibile ai cittadini, dove ciascun si presenta con un quadro preciso, programmatico e ideale. E’ una grande opportunità che viene data in primo luogo al Pd. Se saprà essere credibile nella proposta programmatica, nelle candidature e nelle alleanze, avrà buone possibilità di ritornare al governo.

Ma anche il Centro Destra deve affrontare una rifondazione seria per ripresentarsi ai cittadini. Anche riproponendo un alleanza con il civismo della Tosi, che dice di essere pronta a ripresentarsi.

In tutto ciò, chi parte in pole position nella prossima competizione elettorale è il Movimento 5 Stelle: tutti fin qui si sono dati da fare per offrirgli il massimo del vantaggio. Continueranno su questa strada, a cominciare dal Partito Democratico?

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