Nella Sala da pranzo del CEIS ubicata nella baracca di legno più antica, rimasta con le strutture e gli arredi in gran parte originali, è conservato un volume straordinario, “Il Libro d’Oro degli ospiti”, dove ci sono messaggi in decine di lingue, scritti in alfabeti a noi incomprensibili, ma che testimoniano della presenza al Villaggio di decine e decine di visitatori provenienti da tutto il mondo. Oltre che naturalmente degli intellettuali, pedagogisti, educatori italiani ed europei più noti. Relazioni con il mondo da sempre presenti nella vita del CEIS.
Fin dai primi anni Margherita Zoebeli, fondatrice del CEIS, sollecitò le sue maestre a spostarsi e a viaggiare anche all’estero per apprendere ed insegnare. Lei stessa viaggiò molto: memorabile la sua esperienza di sei mesi in Nicaragua (a più di 70 anni) come formatrice di direttori di scuole speciali. E questa dimensione internazionale è sempre rimasta viva nell’azione degli educatori del CEIS.
Nel 2000 il CEIS, insieme al CRIC di Reggio Calabria (ritiratosi nel 2004), alla Cooperativa Millepiedi di Rimini e alla Cooperativa Tanaliberatutti di Riccione (non più esistente) fondarono “EducAid Onlus” che divenne una ONG nel 2007. Dal 2016 EducAid è composta solo dal CEIS e dalla Cooperativa Millepiedi.
“Educ” sta per “education”, che in inglese viene per lo più riferito all’educazione scolastica; “Aid” vuol dire “aiuto”, espressione forte per dire “vulnerabilità”, ma anche qualcuno che porta aiuto.
Il sottotitolo esplicita la dimensione internazionale e aggiunge il concetto di cooperazione: “Cooperazione e aiuto internazionale in campo educativo”.
Fu il primo direttore e “padre fondatore” di EducAid, Alfredo Camerini, docente nelle Università di Bologna e Bolzano nonché cooperante sul campo, in carica sino al 2013, a inventarsi nome e sottotitolo.
Traggo dal libro di Lucia Biondelli “EduCare. Verbo delicato. Azione internazionale. L’impegno educativo internazionale del Centro Educativo Italo Svizzero di Rimini” (CEIS, 2016) questo riferimento: “A lui si devono le intuizioni fondamentali di una pedagogia sociale per lo sviluppo comunitario, ed in particolare la scelta di operare nel campo della disabilità, prima di tutto dei minori (…). Per Camerini è sempre stato fondamentale non aiutare a caso, ma capire quali risorse già esistevano sul territorio in cui si andava ad operare, ad ascoltare le preoccupazioni e le attese delle persone, intendersi bene sul da farsi e quindi ‘perdere’ anche molto tempo ad incontrare i dirigenti e i lavoratori, i professionisti e gli utenti delle ‘cure’ necessarie”.
E Camerini aggiungeva che “non a caso EducAid ha sede al CEIS che è nato da un atto di cooperazione internazionale esemplare, che forse è utopia ancor oggi”.
Per la Biondelli “EducAid, pur essendo una organizzazione indipendente, non è un corpo estraneo al CEIS ma piuttosto una straordinaria opportunità di continuare lo spirito di apertura dei primi anni”. Del resto in questi venti anni c’è sempre stato uno stretto rapporto tra EducAid e CEIS: buona parte dell’attività internazionale di quest’ultimo si è realizzata proprio attraverso i progetti coordinati da EducAid: sia in missioni brevi, sia nell’accoglienza per visite di studio e convegni.
Ci dice Giovanni Sapucci, direttore del CEIS: “Siamo convinti che incontrare, lavorare insieme, scambiare esperienze, cooperare alla realizzazione di progetti comuni, ci permette di essere educatori ed insegnanti migliori con i bambini che incontriamo tutti i giorni nella nostra scuola”.
E’ con questo spirito che EducAid sin dalla sua nascita è intervenuta in Bosnia Erzegovina, in Romania, in Senegal, in Tunisia, in Serbia, in El Salvador, in Armenia, in Palestina. Ha operato e opera in questi paesi nel campo dell’educazione potenziando e rinforzando le capacità di risposte dei diversi sistemi educativi ai bisogni di tutti i bambini, con particolare attenzione ai più deboli.
Dice l’attuale Direttore di EducAid Riccardo Sirri: “Tutto ciò nell’umile ottica della cooperazione decentrata, riconoscendo di provenire da un territorio e da una cultura specifici, cercando di valorizzare tutto quello che tale appartenenza può offrire quando si apre in un rapporto il più possibile alla pari con le esperienze di sofferenza e difficoltà di altre culture”. Insomma “per noi di EducAid è molto chiaro che andiamo a portare una proposta che si incontra con un’altra proposta o altri bisogni e insieme costruiamo un modello per cui ne traiamo vantaggio noi e loro”.
Per EducAid questi progetti sono finalizzati a prevenire e ridurre, tramite il lavoro educativo e sociale, gli svantaggi e le difficoltà dei soggetti con bisogni speciali e con difficoltà sociali e culturali; favorire l’innovazione pedagogica e sociale e lo sviluppo delle competenze dei soggetti e delle istituzioni che hanno la responsabilità dell’educazione; promuovere l’idea della “community education”, ovvero individuare nella dimensione educativa il fattore fondamentale di convivenza, di partecipazione e di sviluppo democratico della comunità; promuovere il rispetto dei diritti umani, con particolare riferimento ai diritti dei bambini e delle bambine, dei disabili e delle minoranze; promuovere politiche orientate a un approccio di genere e alla valorizzazione delle diversità culturali ed etniche.
Difficile parlare di un progetto piuttosto che di un altro, ma è certo che le esperienze più vive vissute da EducAid sono state quelle in Bosnia Erzegovina subito dopo la fine della guerra nei Balcani; quelle in Palestina, nella striscia di Gaza, portate avanti ogni volta che le condizioni del conflitto arabo-israeliano lo consentono; quelle più drammatiche per l’assenza di risorse e progetti per l’educazione dei giovani in Senegal; quelle in corso attualmente in El Salvador dove EducAid, insieme ad altri attori, sta collaborando con il Ministero dell’Educazione alla realizzazione di interventi di cooperazione volti a promuovere il diritto all’educazione per tutti.
Attori e protagonisti di EducAid sono insegnanti, cooperatori e giovani (anche per svolgere il servizio civile). Soprattutto a questi ultimi sono rivolti numerose proposte di collaborazione possibili. Per informarsi sui progetti, le proposte EducAid ha una ricca pagina on-line informativa a cui accedere per visionare l’intensa attività di questa ONG riminese (http://educaid.it). Rimini è presente nel mondo non solo come polo importante di attrazione turistica, ma anche grazie all’attività altruistica e generosa dei volontari di questa e altre associazioni (come Operazione Colomba della Papa Giovanni XXIII).
Sosteniamo queste realtà, magari anche donando loro, in questi mesi di denuncia dei redditi, il nostro 5 per mille (bisogna indicare sulla dichiarazione dei redditi il codice fiscale di EducAid: 91067680404).
Paolo Zaghini