Strade deserte la sera, serrande abbassate, locali chiusi all’orario dell’aperitivo – alcuni hanno annunciato di riaprire quando arriveranno nuove disposizioni – poche persone a passeggio per le strade. Lungo il Corso D’Augusto, in Piazza Cavour, nella Vecchia Pescheria sembra notte fonda e invece sono solo le 20.
Le disposizioni del decreto approvato questa notte sembrano funzionare laddove impediscono ai locali – bar, pub e ristoranti – di restare aperti. Più che “laddove”, tuttavia, sarebbe più opportuno cambiare l’avverbio e usare il “quando”.
Perchè nel pomeriggio, al mare e in centro, la cartolina in temporeale della città romagnola era ben diversa. Centinaia di persone in spiaggia a passeggio e – in barba a ogni regola imposta o raccomandata – in tanti seduti ai tavoli dei bar, dentro e fuori. File anche molto lunghe agli ingressi delle gelaterie senza rispettare la distanza categorica del famoso metro di sicurezza “anti droplet”, marciapiedi stipati con gruppi di persone a passeggio.
Insomma, dalla mezzanotte di oggi, dalla provincia non si esce e non si entra, ma dentro, perlomeno nel capoluogo, ci si muove eccome. Tanto che in prossimità dei campi da tennis e beach volley dai lungomari non era difficile scorgere gruppi di giovani e meno giovani alle prese con uno dei tanti sport da spiaggia.
Intanto – mentre salgono a 113 i casi di contagio accertato da Coronavirus in Provincia di Rimini – il presidente della Provincia Riziero Santi ha spiegato che “durante la videoconferenza in Prefettura, sono state chiarite diverse cose – altre in via di chiarimento – in modo coordinato con gli altri territori e con la Regione. Mano a mano chiariremo tutti i diversi aspetti della gestioni di una situazione emergenziale che ha un solo obiettivo: limitare al massimo il contatto con le persone per limitare il rischio di contagio pur garantendo i servizi essenziali“.