La psicosi per il contagio da coronavirus potrebbe presto tradursi in una vera e propria stangata sul turismo. In una indagine condotta da Demoskopika riportata dall’agenzia Dire è spiegato come nel 2020 l’emergenza potrebbe causare una perdita di 4,5 miliardi di euro nel settore turistico italiano rispetto al 2018, con circa 14,6 milioni di presenze in meno. Per l’Emilia-Romagna, sempre secondo lo studio, si tratterebbe di un colpo da 253 milioni di euro in meno, a causa di un calo di 246.000 arrivi e di 666.000 presenze.
L’istituto ha tracciato una mappa dei possibili effetti sul turismo italiano a seguito dell’allerta per il coronavirus. La contrazione di spesa stimata è di 4,5 miliardi di euro, pari a circa il 5% del prodotto interno lordo del settore. Il 70% di questa perdita, pari a 3,2 miliardi di euro, sarebbe concentrata in quattro regioni: Veneto, Toscana, Lazio e Lombardia. Segue appunto l’Emilia-Romagna, insieme a Trentino-Alto Adige e Campania.
Lo studio stima una riduzione a livello nazionale di 4,7 milioni di arrivi e di circa 14,6 milioni di presenze, in meno rispetto a due anni fa. In particolare, il rischio di contrazione più rilevante si registrerebbe dalla Cina, con 1,3 milioni di arrivi in meno e un calo di 2,1 milioni sulle presenze. A seguire la Germania (1,3 milioni di arrivi e 5,9 di presenze in meno) e gli Stati Uniti (566.000 arrivi e 1,5 milioni di presenze). Rilevanti secondo Demoskopika anche le possibili rinunce alla vacanza italiana per francesi e inglesi: si parla rispettivamente di 474.000 arrivi e 1,4 milioni di presenze in meno dall’Oltralpe, di 378.000 arrivi e 1,4 milioni di presenze da Oltremanica.