“Fino a quando non troveremo un vaccino, la vacanza balneare difficilmente potrà partire“. L’allarme è del presidente della Cooperativi Bagnini di Rimini Sud, Mauro Vanni, che considera la stagione già “gravemente danneggiata”. Il timore della categoria non è se riaprire, ma a quali condizioni. “Gli stranieri non potranno venire. Gli spostamenti degli italiani saranno difficilissimi: faccio fatica – spiega Vanni – a pensare che uno che ha risparmiato tutto l’anno per godersi la vacanza, possa venire in riviera o altrove per viverla con la tensione del potersi ammalare“.
Spiega Mauro Vanni che “già è difficile immaginare una spiaggia con bagnanti che si spalmano la crema solare e infilano una mascherina, e noi bagnini con i guanti”. All’aspetto psicologico, tuttavia, se ne aggiunge uno di carattere economico. “Abbiamo fatto uno studio con la cooperativa dei bagnini Rimini Sud. L’anno scorso a Rimini sono state registrate 7 milioni di presenze in estate. Quest’anno prevediamo un 10% di quelle presenze. Questo vuol dire che l’apertura stagionale non è economicamente sostenibile. E dobbiamo considerare molti aspetti. Non tutti andranno in ferie, magari molti riminesi timorosi del contagio preferiranno prendere il sole in terrazza”.
Di diverso avviso Simone Battistoni, il presidente del sindacato degli operatori balneatori in Regione. “Credo sia difficile decidere di non aprire senza un decreto che te lo impedisca. Anche in questo periodo ci telefonano per prenotare. Non possiamo dirgli di no anche se ci saranno come detto oramai tante volte regole precise da seguire“.
Il presidente della cooperativa bagnini Rimini Sud, tuttavia, lancia una proposta. “Le nostre concessioni sono in scadenza a dicembre. Con il 10% di presenze rispetto all’anno scorso saremmo costretti a maturare una montagna di debiti. La situazione sarebbe più rosea con un patto pubblico – privato e quindi in sostanza con aiuti da parte dello Stato”.
Intanto la Regione ha comunicato che secondo i dati di uno studio commissionato dalla Regione all’Osservatorio turistico di Unioncamere, l’impatto di Covid-19 sull’industria turistica emiliano-romagnola nel periodo marzo-agosto può essere calcolato in una perdita di 19,2 milioni di presenze (-42%) e in una riduzione del giro d’affari di 1.180 milioni di euro nella migliore delle ipotesi. Numeri che potrebbero salire a 28 milioni di presenze in meno (-62%) e una perdita di 1.800 milioni di euro in quello peggiore.
Nel settore della ricettività, il danno è stimato in una riduzione dei ricavi per le aziende alberghiere del 55%, pari a 1 miliardo di euro di minori entrate, e del 42% per la ristorazione, equivalente a 3,8 miliardi. Se poi si considera il Valore aggiunto, quindi la ricchezza prodotta in termini di Pil il calo oscilla fra il -12,43% e il -18,45% per il ricettivo e il – 12% e il -15,5% per la ristorazione.
“Un quadro impietoso – sottolinea Corsini – di fronte al quale sarebbe facile farsi prendere dallo sconforto, ma noi non lo stiamo facendo e non lo faremo. Certo, la ripresa sarà faticosa, ma ancora una volta dimostreremo insieme di che pasta siamo fatti, Istituzioni e imprenditori che hanno ereditato dai nonni e dai padri pionieri del turismo, la straordinaria capacità di costruire un sistema turistico invidiato da tutto il mondo, fatto di accoglienza, ospitalità, qualità dei servizi e soprattutto tanta, tanta capacità di innovazione”.
Ma su cosa punta la Regione? “Su servizi innovativi dunque, in grado di garantire salubrità, sicurezza sanitaria, sostenibilità ambientale. Questa per Corsini la ricetta per fronteggiare la difficile congiuntura. Alcuni esempi? L’introduzione di figure come lo steward di spiaggia, non un poliziotto che sanziona, ma una figura rassicurante con il compito di controllare il rispetto delle regole e dare consigli ai clienti. Oppure il servizio di pasti direttamente sotto l’ombrellone e magari nella stanza o nel balcone dell’Hotel.
Temi su cui è in corso – spiega l’assessore regionale – il confronto con gli operatori del settore. E su cui la stessa Regione è impegnata in questa fase in cui il contrasto all’emergenza sanitaria si sta affiancando al lavoro per programmare la riapertura di alcune filiere produttive.
Tra i provvedimenti già adottati quello che stanzia 2 milioni di euro per sanificare e dotare alberghi e campeggi di moderni ed efficienti sistemi di igienizzazione e un forte piano di comunicazione, che verrà lanciato non appena ce ne saranno le condizioni, in particolare si saprà quando le persone potranno muoversi. Ma non solo. “Rilanceremo gli investimenti pubblici e la riqualificazione delle strutture private per dotarle del sostegno necessario ad affrontare la nuova fase del mercato” – sottolinea Corsini.