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Coronavirus, Callà (Fipe): “Ristoranti, bar e pub. Non è l’apocalisse, ma temiamo il futuro”

Le misure restrittive imposte dal decreto anticoronavirus approvato domenica dal governo ed entrato in vigore lunedì unite anche a una diffusa paura del contagio si fanno sentire anche a Rimini.

Se le code in cui ieri si sono imbattuti i clienti delle Poste del centro storico sono l’effetto diretto dei provvedimenti recepiti da Poste Italiane che hanno disposto ingressi contingentati “uno per uno” nei locali, nei bar, nei pub e nei ristoranti a Rimini, le categorie riscontrano un calo moderato della clientela.

Effetto “misto”: da una parte influiscono le restrizioni a contrasto del “droplet” (l’areosol, uno dei principali veicoli del contagio) dall’altra la diffidenza delle persone che scelgono di frequentare meno locali affollati o a rischio assembramento.

Il presidente di Fipe Confcommercio Gaetano Callà cerca di fare il punto della situazione. “Tira una brutta aria anche se devo ammettere che perlomeno in centro a Rimini i locali non sono vuoti. Nei bar la gente c’è, anche di sera nel weekend i pub e i ristoranti hanno lavorato. Un calo però c’è stato e va ricordato che quanto si è perso di sicuro non verrà recuperato. Il rischio – però – è che di questo passo la situazione precipiti. Siamo molto preoccupati, a livello nazionale, come – ovviamente locale“.

I rappresentati di categoria, tra cui Callà, hanno incontrato in mattinata in Comune l’assessore Jamil Sadegholvaad. “Gli abbiamo chiesto chiarezza. Abbiamo capito che queste direttive, che impongono di servire solo ai clienti seduti e per di più distanziati di un metro l’uno dall’altro dipendono dal decreto approvato dal Consiglio dei ministri. Chiediamo però che la vigilanza sul rispetto delle norme sia “flessibile”. Ci auguriamo che la multa, insomma venga applicata in caso di recidive“.

Dal canto suo Sadegholvaad ha spiegato di essere rimasto soddisfatto dopo il summit di oggi in Comune. “Ho notato una forte unità di intenti, la condivisione da parte di tutti i soggetti coinvolti dell’importanza di mettere in campo quei comportamenti e buone pratiche indispensabili per evitare il diffondersi del virus. Un appello alla responsabilità collettiva, enti, associazioni e operatori e consumatori, oggi più che mai decisivo per uscire presto e più forti da questa situazione”.

Per Callà, per affrontare la situazione “è necessario infondere un po’ di ottimismo. Io terrò sempre aperto il mio locale. Un ristorante chiuso è orrendo, è un pessimo messaggio. Anche solo un cliente va trattato con il massimo rispetto“.

Lo stesso Presidente di Confcommercio Cipe ha espresso scetticismo su alcune misure introdotte dal governo a tutela delle categorie: “Servono provvedimenti urgenti più diretti. Si fa un gran parlare del rinvio di pagamenti di rate, mutui, tasse. Ma cosa succederà quando saremo chiamati a versarle tutte in una volta? “

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