Con l’incremento costante dei casi di contagio da coronavirus cresce di pari passo la richiesta di personale da impiegare nella filiera del contact tracing, il tracciamento dei contatti dei pazienti risultati positivi al tampone nasofaringeo. Tracciamento necessario per poter procedere a sottoporre ai test i contatti stretti degli ammalati e metterli in quarantena sia per la loro e altrui sicurezza.
A Rimini il virus è tornato a diffondersi in maniera importante seppur non con la stessa incidenza di marzo e aprile e nella giornata di ieri Ausl Romagna ha ammesso che negli ultimi giorni sono sopraggiunte non poche criticità su questo fronte, annunciando che nuovo personale è in arrivo dalle assunzioni derivate da un concorso appena conclusosi.
Nella mattinata di oggi, 22 ottobre, a far sentire la propria voce è la Fp Cgil Sanità. Al sindacato arrivano numerose richieste di aiuto da parte del personale impiegato nella filiera del contact tracing che lamenta prestazioni molto lunghe e necessita di più tempo da dedicare al recupero psico – fisico.
“E’ giunta la fase in cui si debba necessariamente incrementare la risposta a tale problema, istituendo altri punti tampone, capillarizzando l’esecuzione dei tamponi con l’istituzione ad esempio dei drive pedonali, aumentando le risorse disponibili in
termini di operatori e mezzi per i drive tuttora esistente”, spiegano dal sindacato.
“Ci auguriamo inoltre che si possa intraprendere una fase interlocutoria sui territori anche con le Istituzioni in modo che Comuni e Sindaci possano mettere in campo spazi, competenze e risorse per ovviare a questa carenza, costruendo assieme un
percorso strutturato che tenga conto delle necessità di cura e sorveglianza sulla popolazione e al contempo fornisca risorse in più agli operatori ormai stremati”.